Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Netanyahu ha usato una parola nazista e sono piovute le polemiche Perchè? Nessuno batte ciglio quando Gaza viene definita Lager
Testata: Corriere della Sera Data: 11 luglio 2009 Pagina: 19 Autore: Davide Frattini Titolo: «Israele, polemica su Netanyahu. Ha usato una parola nazista»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/07/2009, a pag. 19, l'articolo di Davide Frattini dal titolo "Israele, polemica su Netanyahu. Ha usato una parola nazista ".
Benjamin Netanyahu
GERUSALEMME — La parola lo avrebbe lasciato senza parole. Frank-Walter Steinmeier ha annuito senza replicare, quando Benjamin Netanyahu ha evocato la pulizia etnica nazista contro gli ebrei per difendere gli insediamenti in Cisgiordania. «I territori palestinesi non possono diventarejudenrein », ha dichiarato il primo ministro israeliano all’ospite diplomatico che più di tutti è ipersensibile al termine. «Non ha detto nulla. Che altro poteva fare?», ha raccontato un consigliere del premier. Il ministro degli Esteri tedesco ha parlato, dopo il ritorno ieri in Germania (è stata la quattordicesima visita nella regione). E ha ripetuto la posizione europea e americana: «Le possibilità di raggiungere un accordo di pace sono le migliori degli ultimi quindici anni. Bisogna trovare una soluzione e non sarà possibile fino a quando le colonie continuano a essere ingrandite ». Quella di Netanyahu non è stata una gaffe. Il governo ha inserito «judenrein» nel vocabolario da usare per contrastare l’offensiva della comunità internazionale. Il premier ha incitato i ministri a usarlo per sostenere le costruzioni in Cisgiordania e la richiesta che i palestinesi riconoscano Israele come Stato ebraico. Il vice Dan Meridor ha invitato i giornalisti stranieri a chiedere «se i palestinesi permetteranno agli ebrei di vivere tra loro o se invece sarà proibito. Judenrein: così è stato chiamato in altre nazioni». Il giorno dopo la frase è stata ribadita da un parlamentare del Likud. «Netanyahu ha dimostrato orgoglio nazionale», lo ha lodato Arieh Eldad, deputato dell’estrema destra. La strategia è criticata da chi come Avi Primor ha rappresentato Israele in Germania (è stato ambasciatore fino al 1999). «Una mossa sbagliata, proprio con il ministro del Paese che ha compiuto un profondo esame di coscienza sul passato. Dobbiamo stare attenti a non banalizzare il ricordo dell’Olocausto. In Europa si oppongono all’occupazione, nessuno è contrario al fatto che in futuro gli ebrei vivano in uno Stato palestinese». «E’ un errore associare ad altri gli orrori commessi dai nazisti — commenta Zalman Shoval, ex ambasciatore a Washington —. I palestinesi sono contrari ad accettare il riconoscimento di Stato ebraico come precondizione per non pregiudicare le trattative sul ritorno dei rifugiati ». I primi cento giorni di governo sono stati segnati dalle schermaglie con gli americani sul blocco delle colonie. Avigdor Lieberman, il ministro degli Esteri e leader del partito ultranazionalista Israel Beytenu, si è tirato fuori dalle trattative con una spiegazione che ai commentatori è sembrata solo sarcasmo: «Vivo a Nokdim (un insediamento a sud di Betlemme, ndr) e potrei essere accusato di conflitto d’interessi».
Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante