Il terrorismo è frutto dell'odio, non della miseria 06/07/2009

Spesso si afferma, anche da parte di chi non è filo-palestinese, che il terrorismo palestinese sia il frutto delle condizioni di miseria in cui tale gente vive e che, se Israele si impegnasse a migliorare tali condizioni, il problema cesserebbe. Per me tutto questo è assolutamente falso. Innazitutto, non si può chiedere ad Israele di farsi carico delle condizioni di un popolo volontariamente tenuto dagli arabi in tali condizioni, anche perchè lo stato Ebraico ha spesso dato anche parecchio denaro ai palestinesi, ha finanziato progetti sociali quando si trovava a gaza,ma chi li amministra ha astutamente usato tali aiuti per scopi bellici;infatti la loro filosofia politica consiste nel servirsi di concessioni effettuate dall'Occidente e da israele (aiuti finanziari e concessioni territoriali) per portare avanti un progetto di distruzione.Ma c'è dell'altro. L'Islam ha una concezione religiosa secondo cui la terra del mondo è divisa in due aree:Casa dell'Islam, dove domina la legge coranica e Casa della guerra. Estendere il dominio giuridico e religioso dell'Islam è un'opera buona e giusta per qualsiasi musulmano, che deve impegnarsi attivamente in questo, sia con la guerra militare che con il proselitismo ;di conseguenza l'esistenza stessa di Israele è una specie di affronto al cuore stesso dell'Islam e, di conseguenza, un buon musulmano deve impegnarsi a combatterla. Tale concezione può essere benissimo sostenuta dai palestinesi anche se le loro condizioni di vita dovesseroessere migliori, anche perchè credere in un'ideologia che dà certezze ha sempre affascianato l'essere umano, soprattutto quando è sostenuta da una sapiente propaganda. infatti Yasser Arafat e il suo entourage erano straricchi, così pure lo sono molti terroristi che , purtroppo, sono sul libro paga dell'UNWRA.