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La Stampa Rassegna Stampa
05.07.2009 Antisemita ai vertici della F1
Ecclestone : 'Hitler ci sapeva fare'

Testata: La Stampa
Data: 05 luglio 2009
Pagina: 26
Autore: Giulia Zonca
Titolo: «Delirio Ecclestone. 'Hitler ci sapeva fare'»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 05/07/2009, a pag. 26, l'articolo di Giulia Zonca dal titolo " Delirio Ecclestone.'Hitler ci sapeva fare' ".

 Bernie Ecclestone, in passato ha sostenuto che in Formula 1 gran parte del denaro è "controllata da investitori ebrei" che non gradiscono " la presenza di  Max Mosley (figlio di Sir Oswald,  fondatore del partito fascista inglese) come rappresentante al vertice della Fia della Formula 1".

Mancava giusto un tocco di revisionismo storico per completare l’atmosfera nazi-decadente che piace tanto ai vertici della F1. Il festino sadomaso di Max Mosley, in tenuta da SS, sembra la parodia del «Portiere di notte» vicino alle idee di Bernie Ecclestone: «Hitler sapeva come far funzionare le cose».
Il duo è collaudato, girano insieme dal 1971, da quando hanno iniziato a creare e smontare federazioni per dare un presidente e un boss alla F1. Il presidente è, ancora per poco, Max Mosley, figlio di Sir Oswald, il fondatore del partito fascista britannico e principale responsabile delle turbe del giovane Max. Lui voleva fare politica e ha usato i motori solo per dimostrare di essere brillante, poi si è iscritto al partito conservatore e ha capito che la strada scelta non portava da nessuna parte. Non lo volevano, all’Inghilterra manca la fantasia per candidare l’erede di un fascistone antisemita a qualsivoglia carica.
Mosley è tornato indietro e ha creato un impero insieme con Bernie, il boss. Ecclestone, piccoletto, miliardario, l’unico uomo che ha uno yacht e non lo usa. Lavora sempre, guida una Lexus e si strugge per il divorzio che ha firmato in marzo dopo 24 anni di matrimonio con Slavica, ex modella croata. Gestisce i diritti tv e i contratti pubblicitari della F1 e nel 1997 ha regalato ai laburisti 1 milione di sterline perché chiudessero un occhio sulla propaganda al tabacco. Lo chiamano «Il Supremo» e anche se negli ultimi tempi la sua amicizia con Max è faticosa non lo ha mai tradito.
Ora lo candida: «Sarebbe un perfetto Primo ministro» e usa il solo contesto che possa funzionare con un personaggio così compromesso, la dittatura. In un’intervista al «Times» smonta la democrazia un pezzo alla volta: «Se diamo un’occhiata a quel che è successo dove c’è la libertà, scopriamo che ha fatto tanti danni, anche in Inghilterra compresa. I nostri politici sono troppo preoccupati per le elezioni e passano il tempo a dar retta a tutti». Esalta Margaret Thatcher, «una leader» e riesuma Hitler: «Era abile, almeno fino a che ha comandato lui». Persino Mosley, uno che non si può più nominare senza pensare al filmino hard con lui nudo, seviziato da escort giunoniche, sembra accettabile in confronto.
Bernie difende il compare per le foto scandalo: «È il suo privato. Conosco Max da 40 anni e non avevo idea di questi gusti» e lo promuove per un futuro da capo: «Sarebbe ottimo in politica». Nemmeno due parole dedicate all’ultimo delirio finito con le dimissioni postdatate: Mosley voleva un campionato in cui essere il padrone assoluto, ma le scuderie più importanti hanno rifiutato le sue pretese e minacciato un circuito alternativo. A Max, proprio come era successo con i conservatori tanti anni prima, è rimasta solo la facciata, un mandato che scade in dicembre. Bernie, il supremo, resta al suo posto e si augura: «Una donna pilota, meglio se nera ed ebrea, anche se a un certo punto ci chiederebbe il congedo per maternità».
È il mondo visto dal quartier generale di Knightsbridge, sede dei suoi uffici: un bunker dal quale esce solo per controllare le truppe ai Gran Premi e dove si rintana in solitudine. A cercare sponsor, a piangere sul divorzio e a raccontare la storia al contrario, in modo da trovarci un posto per il vecchio Max che ha perso credibilità, ma non gli ha mai chiesto la separazione. Resta da capire chi dei due ha la parte di Eva Braun.

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