Nel suo discorso al Cairo Obama ha evitato ogni accenno alla guerra civile interpalestinese e allo stato di terrore in cui Hamas tiene Gaza
Testata: Il Foglio Data: 04 luglio 2009 Pagina: 3 Autore: La redazione del Foglio Titolo: «I guai di Obama a Gaza»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 04/07/2009, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " I guai di Obama a Gaza ".
Uno dopo l’altro, traballano tutti i pilastri della strategia esposta da Obama nello “storico” discorso del Cairo. Dopo poche ore è annegata nel sangue dei giovani di Teheran la certezza che plasmava tutta la “svolta”: la dirigenza iraniana ha dimostrato di non essere affatto un’interlocutrice affidabile, come Obama pensava, e ora il presidente è costretto a tergiversare alla ricerca di un’alternativa e dovrà finire per accettare che l’unica possibile è quella di Bush. Si perderanno mesi per correggere la rotta e lo stesso G8 verrà penalizzato da questa falsa partenza. Ieri, il segretario dell’Anp, Abdel Rahim, ha reso noto l’arresto in Cisgiordania di militanti di Hamas che stavano organizzando un attentato contro Abu Mazen, e ha portato alla luce un altro errore della nuova strategia americana. Al Cairo, Obama ha evitato ogni accenno alla guerra civile interpalestinese e allo stato di terrore in cui Hamas tiene Gaza; dimenticanza non casuale, perché riconoscerne la centralità, metterebbe in crisi tutta la costruzione dottrinale della “svolta” (e porterebbe acqua al mulino di Netanyahu). Anche se siglassero un improbabile accordo politico, Abu Mazen e il filoiraniano Khaled Meshaal hanno strategie divergenti e incompatibili, che li condannano a una permanente guerra civile a bassa – o alta – intensità. Solo quando Obama avrà preso atto di questa realtà, che inficia larga parte della sua visione dell’islam, la sua proposta di stato palestinese potrà apparire realistica.
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