Monsieur le President, non vi hanno capito, non capiscono Eurabia 02/07/2009
Monsieur le President, quante ve ne hanno dette, per un paio di piccole frasi buttate là in una conversazione, i giornalisti sono senza rispetto e i politici anche; je vous prie di accettare la mia solidarietà. Non vi hanno capito, non ci capiscono, non capiscono Eurabia. Il nostro continente in via di multiculturalizzazione è una mamma affettuosa, una zia sollecita, una nonna piena di regali. E vous, Monsieur le President, non potete che aspirare a fare l'autorità paterna in questo mondo. In fondo in Gran Bretagna, capitale di Eurabia, c'è una regina, brava sì coi cappellini e coi cavalli, niente da dire, ma poco interessata al lavoro politico di ogni giorno, poco partecipe al progresso dell'internazionalizzazione del nostro continente; e in Germania c'è quella Merkel, anche lei del gentil sesso, un po' brusca, ma non può proprio fare quel che ci vuole, un bravo papà. Lo sappiamo tutti e due che in ogni casa c'è bisogno di qualcuno che dica agli altri cosa bisogna fare, un Super-io, un Padre. Siamo franchi, vous, voi avete un piccolo difetto per quel ruolo, ecco, con tutto il rispetto siete un po' basso, mon petit Sarkò; al contrario del vostro illustre predecessore De Gaulle; ma un paio di scarpe col supporto e una panchetta dietro al palco possono fare miracoli, e insomma bisogna arrangiarsi con quel che c'è. Anche Berlusconi, del resto, non è un gigante... sul piano dei centimetri, voglio dire. Bene, vous avez il ruolo del Padre, potrete ben dar consigli in giro, no? Per esempio dire a Obama: basta con gli hamburger, prenditi Bocuse, parbleu! O a Putin: hai proprio bisogno di un buon sarto per tua moglie, abbiamo qui la maison Dior, se vuoi ci metto una parolina. A qualcun altro potreste dare consigli di stare attento alle cattive compagnie, soprattutto al mare... ma non ne parliamo. E a Netanyahu avete consigliato, in maniera anche esageratamente gentile, a quanto dicono: "Guarda che se cambi quel ministro degli esteri lì, capace che entri nella Storia!". Nella Storia, capite, a fianco di Luigi XIV, Pompidou e Mitterand, nella storia che dai tempi di Clodoveo ha il suo faro di luce puntato sulla douce France; nella Storia e magari ti dedicano un albo di Asterix. Nella storia, detto a un primo ministro (che vous savez non è mica un Presidente, sarà un capo, ma comunque il capo dei servitori, questo vuol dire ministro), insomma il maggiordomo di un piccolo paese remoto, che non fa parte neanche del Mediterraneo, come si vede dai Giochi omonimi, un paese che probabilmente non ha diritto di esistere e poi fa sempre il piantagrane, fa il tiro a segno coi bambini, è pieno di colonie... E quelli hanno il coraggio di offendersi! Ma vi pare! Monsieur le President, anch'io ho consigliato alla signora M. di cambiare la cameriera, dopo aveva rovesciato il caffè sul vestito di un'ospite... e la France non dovrebbe potere? Con un maggiordomo? Nei confronti di un russo sgraziato che si fa vedere con la camicia slacciata? Uno inelegante come Le Pen? Insomma, c'è bisogno di dignità nelle relazioni internazionali, io uno con quel pizzetto lì non lo saluterei proprio! Che faccia tosta questi ebrei, meno male che ci sono i palestinesi, che se qualche amico sincero li consigliasse, poniamo, di passare dalla dinamite al TNT per fabbricare i loro allegri petardi e le loro cinture alla moda, non farebbero una piega e chiederebbero subito il rifornimento. Loro sì che stanno stare al loro posto. Monsieur le President, abbia tutta la mia solidarietà. Ma vi prego, cambiate opinione sul burka, il vostro rifiuto mi ha rattristato; sappiamo che voi amate le belle donne - con buon gusto, eh - ma vi assicuro che il velo è elegantissimo: perché non provate con Carlà? Sarebbe un colpo fantastico per l'amicizia fra i popoli, a quell'Obama lì verrebbe un colpo per l'invidia. Vogliate gradite, Monsieur le President, i sensi della mia più eurabica stima. Suo