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L'Opinione Rassegna Stampa
02.07.2009 Giochi del Mediterraneo: lettera aperta a Mario Pescante
Di Michael Sfaradi

Testata: L'Opinione
Data: 02 luglio 2009
Pagina: 7
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Lettera di un israeliano a Pescante»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 02/07/2009, la lettera aperta di Michael Sfaradi a Mario Pescante, dal titolo " Lettera di un israeliano a Pescante ".

 Michael Sfaradi

Egregio Dottor Pescante,

Come Presidente del comitato organizzatore dei giochi del Mediterraneo, dovrà ammetterlo, lei è un uomo fortunato. Fortunato perché l'esclusione di Israele, a parte qualche lettera di protesta alla quale lei ha egregiamente risposto scaricando il "barile" sull'assemblea delle nazioni membre che continuano nella loro politica di esclusione nei confronti dello stato ebraico, non si è dovuto misurare con le violente ondate di protesta che avrebbero caratterizzato un'ipotetica esclusione di uno qualsiasi degli Stati arabi o musulmani. Immagina, Caro Dottor Pescante, l'imbarazzo davanti al quale si sarebbe trovato il comitato che lei dirige nel caso di manifestazioni violente, tipo quelle che seguirono la pubblicazione delle vignette danesi, o la diserzione di massa dei giochi da parte della quasi totalità delle nazioni arabo musulmane nel caso in cui quest'ipotesi si fosse trasformata in realtà? Sì, effettivamente lei un uomo fortunato perché essere complici dell'esclusione del comitato israeliano è abbastanza facile, non porta a violente manifestazioni di piazza e non si corre il rischio che una qualsiasi delle squadre europee o qualche singolo atleta decida di disertare i giochi per solidarietà con lo Stato ebraico. Mi permetto di ricordarle che, fatta eccezione per i 4-5 kilometri di costa sul Mar Rosso fra la Giordania e l'Egitto, il resto delle coste israeliane, si tratta di oltre 180 km di spiagge e scogli è sul mare Mediterraneo. Su questo mare si affacciano porti commerciali, Ashdod e Haifa, di pesca Yafo e Akko ed altri più piccoli adibiti alla ricezione delle imbarcazioni turistiche. Nonostante questo, però, nessun atleta israeliano è mai riuscito, non per demerito sportivo ma per politica miope, schizofrenica e lontana dalla realtà, ad effettuare una qualsiasi gara in ambito mediterraneo. Il governo dello Stato di Israele ha tenuto sulla sua esclusione un basso profilo e questo, sicuramente, per non mettere in difficoltà l'unico esecutivo europeo, cioè quello italiano, che dimostra una buona comprensione per sue ragioni. Il rischio non valeva la candela. Nei mesi scorsi, quando si è capito che per una volta ancora la bandiera di Israele non sarebbe sfilata insieme a quelle degli altri paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, lei si è affrettato a comunicare agli organi di stampa che l'eventuale partecipazione di Israele ai giochi del Mediterraneo sarà presa seriamente in considerazione fra quattro anni in Grecia. Mi permetto di ricordarle che la stessa cosa fu detta quattro anni fa dal suo collega spagnolo. Voglio farle i miei complimenti, è stato bravissimo a girare la patata bollente di questa nazione "scomoda" che le era stata spedita a chi verrà dopo di lei. Fatto sta che però che a lei come agli altri organizzatori delle passate edizioni dei giochi del Mediterraneo e, siamo sicuri, a quelli che verranno, non importa assolutamente nulla di quello spirito olimpico che dovrebbe caratterizzare l'incontro di popoli, nazioni e culture. Per lei, probabilmente, è importante soltanto che la tabella di marcia delle gare rispetti gli orari e i tempi dettati dal comitato organizzatore e che i finanziamenti promessi e prontamente elargiti vengano usati per creare quelle infrastrutture che saranno una ricchezza aggiunta per la popolazione di Pescara e della sua provincia. Questo con buona pace dello spirito olimpico. Un'ultima cosa Egregio Dottor Pescante, in questi giorni viene trasmesso uno spot pubblicitario dei giochi di Pescara dove una splendida fanciulla dà il volto alla dea Olimpia e sullo sfondo si vedono atleti che gareggiano in nome dello sport e della fratellanza fra i popoli. Per noi israeliani, nuovamente esclusi sebbene il Mediterraneo è parte integrante della nostra nazione della nostra cultura, questo spot è una presa in giro perché i giochi che lei ha organizzato sono stati di incontro e di fratellanza a metà, e chi si doveva incontrare davvero, cioè arabi ed israeliani, non si sono incontrati per colpa dell'ottusità di alcuni e della complicità di altri. In pratica un'occasione mancata. Se lo lasci dire caro dottor Pescante questo spot che aggiunge la beffa al danno ce lo poteva davvero risparmiare.

Con osservanza

Michael Sfaradi

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