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Io penso che quando uno stato, un popolo o una nazione è in guerra con un altro stato, popolo o nazione abbia poco da cercare in giro di chi "fidarsi per fare la pace". Il soggetto è sempre puntualmente il meno affidabile degli interlocutori possibili: il proprio nemico. E all'interno del proprio nemico, colui chi più di tutti è nemico. Se si vuole la pace, certo. Perché la pace si può anche non volere e volere altro. Per mille svariate ragioni, anche perfettamente legittime: qualcuno potrà preferire la guerra alle concessioni necessarie alla pace; qualcun altro avrà interessi particolari nelle guerra; altri ancora riterranno che la via della pace debba necessariamente passare - piuttosto che per la trattativa e il reciproco riconoscimento - per l'annientamento fisico del nemico, o almeno della sua parte pià avversa e meno incline a minimizzare le pretese. In questo secondo caso, però, occorre essere conseguenti - anche a parole - non meno che nel primo. Top Ganz Infatti ciò che noi mettiamo in dubbio è proprio il fatto che gli arabi siano interessati alla pace con Israele. IC redazione |
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