Diaspora. Storia degli ebrei nel Novecento Anna Foa
Laterza Euro 19,00
Docente di storia moderna alla Sapienza di Roma, studiosa di storia degli ebrei ma anche di eretici e ateismo, Anna Foa dedica il suo nuovo lavoro alla storia degli ebrei del Novecento completando il quadro già avviato alcuni anni fa con “Ebrei in Europa. Dalla peste nera all’emancipazione” edito da Laterza. Molti i temi affrontati in questo saggio imponente che vanno al centro del problema, la questione ebraica, e che si declinano in sette capitoli densi di informazioni. L’emigrazione in America, il sionismo, la rivoluzione russa, lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, la creazione dello Stato di Israele sono passaggi epocali per la storia di tutti non solo per quella degli ebrei. Il Novecento degli ebrei in Occidente, in bilico fra Diaspora e il suo contrario, raccontato da Foa prende avvio con l’emigrazione in America nel 1880 e termina con gli anni Settanta, con la “perdita d’importanza dell’Europa e della sua diaspora” e vede contestualmente l’affermazione del mondo ebraico americano e di quello d’Israele. Da un lato osserviamo l’ebraismo come lievito cosmopolita della nostra civiltà arricchitasi dal contatto con la sua straordinaria creatività e con la sua forza simbolica travolgente, dall’altro emerge il suo contrario, l’inassimibilità della specificità ebraica. E’ indubbio che senza l’ebraismo non vi sarebbe civiltà europea, né modernità, né cosmopolitismo e neppure critica delle ideologie. Fra i pregi del volume vi è anche quello di mostrare come anche i conservatori siano autori del nuovo. Anna Foa è convinta che l’ortodossia ebraica abbia creato se stessa nel momento in cui si è sentita in pericolo. L’autrice mette anche in luce il mutamento qualitativo che si è verificato nel passaggio tra Ottocento e Novecento, sia nell’ebraismo dell’Europa occidentale che in quello dell’Europa orientale, attraverso una serie di trasformazioni e cambiamenti a seguito dei quali l’ebraismo si è emancipato e gli ebrei sono diventati parte integrante della società. Con lo sterminio perpetrato durante la Shoah, Hitler non è riuscito a distruggere gli ebrei, ma ha compromesso seriamente la vitalità della diaspora estirpando l’ebraismo orientale. “La cesura della Shoah è una cesura ineliminabile della storia, non solo degli ebrei, e per interpretare il passato dell’Europa non se ne può prescindere”. Il saggio si ferma agli anni Settanta perché secondo Foa “il 1967, con il periodo che lo segue, è stato l’ultimo momento in cui il percorso storico di Israele e quello degli ebrei della diaspora sono stati condizionati dagli stessi eventi, hanno preso, anche se con posizioni diverse, la stessa direzione”. Incuriosisce la scelta del titolo “Diaspora” ma è la stessa autrice nell’introduzione a spiegare che “si è voluto sottolineare con forza le radici diasporiche dell’esperienza statale degli ebrei e delle metamorfosi del mondo ebraico del Novecento; ricondurre a quel crogiolo creativo che fu l’ebraismo orientale sia la grande esperienza americana che quella di Israele; cogliere le radici perdute dell’autunno della diaspora”. E’ con un senso di gratitudine verso la civiltà ebraica che invitiamo i lettori a leggere questo prezioso saggio di Anna Foa, un contributo imprescindibile sia per conoscere il mondo ebraico e le sue trasformazioni nella Storia sia per contrapporre la “ragione” che deriva dalla conoscenza al fenomeno dell’antisemitismo affatto debellato dalla nostra società.
Giorgia Greco