7/6/02 Università pubblica e faziosa Riflessione di Claudio Carpentieri
Menachem Gantz,corrispondente israeliano a Roma, in un articolo pubblicato sul "Foglio" di Venerdì 31 maggio (pag. 2), ha denunciato il clima di cupo conformismo vigente in numerose facoltà universitarie italiane. Con riferimento in maniera particolare ad un convegno, svoltosi presso un locale della facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università "La Sapienza" di Roma sotto l'egida della Professoressa Marcella Delle Donne, e pubblicizzato da un volantino esposto all'ingresso della facoltà, dal titolo: "Israele:il nemico dell'uomo". In buona sostanza,una conferenza abilmente "pilotata" dalla Dott. Delle Donne nella direzione di una ennesima, virulenta critica ad Israele, in barba ai più elementari principi di pluralismo e libertà di opinione. L'unico oratore ascrivibile al "campo filo-israeliano", lo stesso M. Gantz, si è visto negare il diritto all'intervento, dopo l'allocuzione del numero 2 dell'ANP a Roma, Alì Rashid. Lo stesso Gantz concludeva con efficace ironia il suo articolo, vaticinando alla Prof.sa Delle Donne un posto sicuro da portavoce ufficiale dell'Autorità Palestinese.
Giovedì 6 giugno, la Prof.sa Delle Donne risponde con una lettera alla rubrica del "Foglio", in cui adduce, a riprova della bontà della propria posizione, la presenza al convegno di due donne ebree israeliane, ferocemente critiche verso Israele. Insomma, lo scopo che ha ispirato il convegno era "gettare un ponte di pace" tra le due parti in lotta, anche se di fatto esso è stato condotto al solo fine di demonizzare oltremodo la politica - opinabile finchè si vuole - del governo di unità nazionale dello Stato democratico d'Israele, che lascia completamente liberi i propri cittadini di ribadire anche in pubblico, e all'estero, posizioni decisamente anti-governative.
Ottima la risposta del direttore Ferrara, che si chiede come mai a convegni di questo tipo non vengano mai invitate personalità israeliane favorevoli al governo di unità nazionale, guidato da Ariel Sharon, che gode di un alto gradimento popolare .Si può immaginare una iniziativa simile, magari con tema "La guerra in Afghanistan", in cui a rappresentare l'intera opinione pubblica americana vi sia solo il "bastian contrario" per antonomasia della politica statunitense, ovvero Gore Vidal?
E soprattutto, è condivisibile la volontà di demonizzare la democrazia israeliana, sfruttando spazio (l'aula della facoltà) e personale (i docenti universitari) pubblici, senza neppure presentare, in barba a quel fondamentale principio democratico che è il rispetto (effettivo) del pluralismo delle opinioni, pareri dissenzienti da quelli sostenuti dagli altri oratori intervenuti?
Claudio Carpentieri
P.s.Sarebbe sin troppo facile osservare come la totale mancanza di personalità palestinesi dissenzienti dall'operato di Arafat, sia dovuta esclusivamente al terrore di seguire la stessa fine dei cosiddetti "collaborazionisti", mitragliati senza processo e poi, una volta cadaveri, appesi a testa in giù nelle pubbliche piazze della Palestina che si vuole fare Stato.