Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Inizia domani il ritiro degli Usa dall'Iraq La cronaca di Ennio Caretto
Testata: Corriere della Sera Data: 29 giugno 2009 Pagina: 2 Autore: Ennio Caretto Titolo: «Iraq, ultimo atto I soldati americani lasciano le città»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/06/2009 l'articolo di Ennio Caretto intitolato "Iraq, ultimo atto I soldati americani lasciano le città ". Ecco il testo:
Ennio Caretto : " Iraq, ultimo atto I soldati americani lasciano le città"
WASHINGTON — Domani, gli Stati Uniti compiranno il primo passo verso il disimpegno dall'Iraq entro la fine del 2011. Il generale Ray Odierno ritirerà dalle città irachene tutte le truppe da combattimento americane, lasciandovi soltanto 10 mila istruttori e consiglieri e un numero imprecisato di uomini dei corpi speciali per la loro protezione. Le truppe verranno trasferite in basi operative avanzate e si terranno pronte a intervenire, ha ammonito Odierno, in caso di emergenza. A oltre 6 anni dall'inizio della guerra, si aprirà così quella che Obama spera sarà la sua ultima fase: per la prima volta, la sicurezza dell'Iraq dipenderà dalle forze armate e di polizia irachene. Gravi interrogativi pesano sullo scambio di consegne tra Washington e Bagdad. Negli ultimi giorni, i terroristi di Al Qaeda e, si sospetta, di gruppi sunniti baathisti hanno intensificato gli attentati facendo strage di civili sciiti con 72 vittime a Sadr City, nella capitale, e 73 a Kirkurk. E mentre il premier iracheno Maliki ha indicato nella data di domani l'alba della nuova indipendenza, il generale Birwari ha ammesso che la preparazione delle forze armate irachene è inadeguata. A conferma dei timori sulla transizione, gli Stati Uniti manterranno in Iraq gli attuali 130 mila uomini fino al prossimo settembre, e incominceranno a rimpatriare le loro truppe di combattimento solo dall'estate del 2010. Non è inoltre escluso che mantengano una massiccia presenza, sino a 50 mila uomini, anche dopo il 2011: il Pentagono ha speso infatti oltre 100 milioni di dollari nelle «Fobs», durature fortezze nelle campagne isolate. I critici del disimpegno parlano di un bis del Vietnam, che sopravvisse appena 2 anni al ritiro delle truppe americane nel '73. Secondo ilNew York Times, l'incognita più seria è l'Iran. Il giornale ha riferito che Teheran prevede che in Iraq si formerà un vuoto di potere, e che lo riempiranno Al Qaeda e i baathisti. E' uno dei motivi per cui la Casa Bianca ha ieri ribadito che Obama intende aprire un dialogo con l'Iran, il cui contributo alla stabilizzazione irachena sarebbe decisivo.
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