Non sono d'accordo sulle analisi che prevedono i tempi di caduta del regime teocratico paragonandolo con quello dello Scia' 28/06/2009
Vivo lontano dall'Italia e seguo la vostra rassegna che mi informa egregiamente sulle tragiche vicende iraniane. Non sono pero' d'accordo sulle varie analisi che prevedono i tempi di caduta del regime teocratico paragonandolo con quello dello Scia'. Primo perche la Persia di allora era una monarchia; anche se non illuminata; aperta pero' verso la modernita' occidentale. Questa apertura fu una delle cause della sua sconfitta. Se realizzata il clero avrebbe perso gran parte del proprio potere. Reza Pahlavi perse il trono non per il volere del popolo, ma per il colpo di stato dell' ayatollah Khomeini, che- come avete scritto anche voi su IC- godeva dell'aiuto, politico ed economico, della Francia che voleva sostituirsi agli Usa quale potenza straniera di riferimento. Dobbiamo quindi ringraziare il governo francese di Valérie Giscard d'Estain se oggi comanda - in una Persia diventata Iran, il signor Ahmadinejad. E poi, abbiamo il coraggio di dirlo apertamente, l'Occidente e' capace solo di dire belle parole, ma in quanto a fatti , nessuno. I cittadini iraniani che vengono bastonati, feriti, uccisi dalla guardie della rivoluzione hanno capito che non saranno le buone parole che ricevono dai governi democratici a far cadere il regime. Eppure, malgrado Obama, l'America e' ancora un grande paese, mi auguro che apra gli occhi prima che sia troppo tardi. Complimenti per il lavoro che fate,