La questione sulla santità di Pio XII è un argomento che procede con un continuo stillicidio di notizie praticamente a giorni alterni tra il silenzio stampa e la comparsa di notizie strabilianti. Ci sono discorsi apologetici in contrapposizione a dei dubbi. Ogni tanto si parla del rinvenimento di qualche documento, di cui a onor del vero non si riesce a capire cosa ci sia di nuovo. Giorni fa è apparsa una notizia che pareva strabiliante. E’ stato trovato un documento di Pio XI, però compilato dal card. Pacelli, per protestare contro le leggi razziali. Però tale documento non è mai stato inviato al destinatario Mussolini. Lascio ai lettori, specialmente a quelli che per professione intrattengono corrispondenza, che efficacia possa avere, ai fini probativi, un documento mai spedito. La penultima notizia invece è quella di P. Gumpel, che ha trovato i responsabili che frenano la causa di beatificazione: si tratta degli ebrei. Che scoperta! E’ già da duemila anni che gli ebrei sono responsabili di molte cose ed è sempre la Chiesa o qualche suo zelante ministro a scoprirlo. L’ultima notizia invece è quella della smentita, more italico, dello stesso P. Gumpel, che, poverino, ha affermato di essere stato stracapito. Ciò è accaduto invece perché è arrivata immediatamente la reprimenda del suo confratello P. Lombardi, dell’Ufficio Stampa del Vaticano. Siamo seri e cominciamo almeno a esserlo. E per buona norma, affinché non si affermi che c’è prevenzione o malanimo, da cattolico, cito uno stralcio delle norme vigenti: “ Norme per le richieste Diocesane nelle Cause dei Santi [AAS 75(1983), pp. 396-403] 10. Il postulatore, assieme al libello di domanda, deve presentare: a) nelle cause sia più recenti sia antiche, una biografia di un certo valore storico sul servo di Dio, se esiste, o, in mancanza di questa, un'accurata relazione cronologica sulla vita e le attività del servo di Dio, sulle sue virtù o martirio, sulla forma di santità e di prodigi, senza omettere ciò che pare contrario o meno favorevole alla causa stessa; b) tutti gli scritti pubblicati dal servo di Dio in copia autentica; …………………………………………………… 36. Sono proibite nelle chiese le celebrazioni di qualunque genere o i panegirici sui servi di Dio, la cui santità di vita è tuttora soggetta a legittimo esame. Ma anche fuori della chiesa ci si deve astenere da quegli atti che potrebbero indurre i fedeli a ritenere a torto che l'inchiesta, fatta dal vescovo sulla vita e sulle virtù o sul martirio del servo di Dio, comporti automaticamente la certezza della futura canonizzazione del servo di Dio stesso.” A queste norme bisogna aggiungere che i documenti devono essere resi pubblici. E non si venga dire che è un’invenzione. E’ accaduto per Duns Scoto e da quanto ho saputo anche per P. Kolbe. Proprio per quest’ultimo un padre francescano mi ha spiegato che i documenti devono essere pubblicati; sembra a carico del postulatore. Presumo che tutti siano tenuti all’osservanza delle norme vigenti, alle quali soltanto il Papa può derogare. Inoltre, ed è notizia di poche settimane fa, gli Archivi vaticani su Pio XII sono sigillati e di conseguenza anche quello che i gesuiti sanno di Pio XII è mantenuto segreto. Comunque consolatevi. E’ notizia di qualche mese fa che Mons. Pagano sta esaminando le minute del card. Pacelli a cominciare dal 1930. Poi sarà tutto pubblicato. Ora ritengo lecito che si porti a conoscenza del pubblico, per lo meno di quello cattolico, che deve crederci, come sia stato possibile accertare l’eroicità delle virtù (fede, speranza e carità), quando i documenti di Pio XII erano sigillati e non completi? Un miracolo?