Hamas e Hezbollah a Teheran danno man forte alla repressione L'analisi di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 23 giugno 2009 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Bracaglia Morante Titolo: «Hamas e Hezbollah a Teheran danno man forte alla repressione»
Hezbollah Hamas
Ci mancavano solo i terroristi di Hamas e di Hezbollah infiltrati nella polizia antisommossa iraniana, per rinforzare la sanguinosa repressione a Teheran, infatti quegli energumeni, quelli che picchiano duro e senza pietaŽ i manifestanti, quelli che spezzano loro le ossa, sparano ed uccidono, non parlano tutti Farsi, ma anche Arabo. Molti dimostranti lo hanno testimoniato e la notizia eŽ trapelata, lŽhanno riportata Jerusalem Post e autorevoli blog come American Thinker secondo cui i Palestinesi della jihad islamica si sarebbero aggiunti alle forze repressive. E cosiŽ nei palazzi del potere a Teheran, le forze del terrore si sono date convegno, Mullah, Hamas, Hezbollah e neonazisti, tutti antisemiti giurati, e tutti armati e ricchi di petroldollari -questŽultimi assaporano il sogno hitleriano di restaurazione- mentre le forze della democrazia sono solo rappresentate dai cittadini non armati in lotta per i diritti e le libertaŽ, ma che di fatto sono abbandonati a se stessi, nella generale ignavia delle nazioni. Mentre sarebbe ora di intervenire tutti e distruggere finalmente i siti atomici iraniani e liberare lŽIran dalla tirannide. Quei morti ammazzati cosiŽ brutalmente dovrebbero pesare sulle coscienze di tutti i potenti della terra che giaŽ da anni sono stati avvertiti sui pericoli di quel regime dellŽ Asse del Male, e hanno fatto finta di niente anzi insieme alla stampa falsa e bugiarda gli hanno dato una patente di legittimitaŽ. Siamo tutti spettatori impotenti della repressione in atto del regime in Iran, la cui ferocia non sembra poi tanto commuovere i leaders del mondo libero, quello delle libertaŽ e delle democrazie che sembrano ormai che stiano perdendo il loro appuntamento con la Storia e stiano rinculando in ritirata, dal momento che non hanno una strategia comune da seguire e non hanno lanciato nemmeno un ultimatum. La loro eŽ una spregevole capitolazione e nello scenario internazionale cŽeŽ unŽassoluta mancanza di leadership. Non cŽeŽ nessuno, neppure lŽombra di un generale come Giuseppe Garibaldi difensore di Roma e combattente per la libertaŽ dei popoli in Ungheria come in America Latina o una voce amica come quella di radio Londra che informava il mondo non libero dellŽarrivo degli alleati. Niente di niente eppure Ahmadinejad come anche Kim Jong Il ci stanno preparando una morte nucleare e questŽultimo ha giaŽ fatto esplodere una bomba atomica della stessa potenza di quella di Hiroshima. "Ricordatevi della fine di Saddam" cosiŽ si legge in un cartello brandito da un dimostrante per le strade della capitale. EŽ chiaro che per molti Iraniani lŽIraq e lŽabbattimento della statua di Saddam sotto i riflettori internazionali, eŽ il modello di una giovane democrazia da seguire. Tutto merito dellŽamministrazione Bush e della sua dottrina basata sullŽesportazione della democrazia che saraŽ sicuramente riabilitata dalla Storia e da cui invece Obama vuole distanziarsi a tutti costi. Anzi nei suoi discorsi tale critica eŽ diventato un ossessivo intercalare, quasi per dire, guardate come sono bravo io rispetto al mio predecessore. EŽ stato capace di dare un diktat non allŽIran ma solo a Israele sulla questione della West Bank, interferendo anche sulla sua crescita naturale e ha ripetuto lo stesso ritornello anche durante il colloquio con il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi. E cosiŽ si permette che siano lasciati soli quanti si battono per la civiltaŽcontro la barbarie e, se la gente scende in strada tutta affratellata scandendo ad alta voce un invito corale a tutti i partecipanti a non avere paura e si fa ammazzare o sparisce nelle infernali carceri, eŽ segno che non ne puoŽ piuŽ. La veritaŽ eŽ che quei criminali al governo hanno violato e abusato da tempo della dignitaŽ di un popolo, tenuto completamente soggiogato che ora con eroismo la reclama. Le donne a Teheran stanno lanciando una sfida mostrando a tutti un coraggio da leonesse, altro che chador e hijab, se lo strappano di dosso come fece Oriana di fronte a Khomeini e nella loro innocenza incutono paura ai pavidi despoti, Ahmadinejad e mullah che vedono approssimarsi la loro fine. La vista di una giovane ragazza iraniana caduta vittima inerme dei pestaggi degli uomini della milizia che la circondano quando eŽ ancora in vita e la finiscono infierendo contro di lei; o la morte in un mare di sangue di Neda, la ragazza di 16 anni falciata da un cecchino appostato sui tetti comunicano a tutti un messaggio forte non solo di commozione ma di rabbia e che, nei giorni a venire, rinvigoriraŽ ancor piuŽ viva la protesta.