Il mondo che verrà. Idee e proposte per il dopo G8 Pino Buongiorno Università Bocconi editore Euro 19,00
Nato da un progetto di Pino Buongiorno, vicedirettore di Panorama e docente di geopolitica al Link Campus dell’Università di Malta e all’Università della Calabria, di scrivere un libro su come sta evolvendo il governo del mondo in vista della presidenza italiana del G8 per l’anno 2009, il volume intitolato “Il mondo che verrà” uscito in questi giorni nelle librerie raccoglie - tramite interventi originali o interviste esclusive - le idee e le proposte di oltre settanta fra leader mondiali, storici, studiosi, esperti mondiali di governance politica ed economica, terrorismo, energia e diritti umani sul tema della stabilità, della sicurezza e dello sviluppo economico e ambientale. Pensando ad una nuova diplomazia pubblica che coinvolga la società civile, Buongiorno auspica che il prossimo G8, che si svolgera' in Italia a inizio luglio, rappresenti l’occasione per ridurre il distacco che l'opinione pubblica avverte tra quello che accade nei colloqui formali e informali fra i capi di Stato e di governo e i reali problemi del XXI secolo. Per giungere a questo obiettivo, sostiene Buongiorno, serve una diplomazia fondata sul dialogo e la comunicazione fra stati e comunita' e tra leader e societa' civile. Il curatore e' riuscito a coinvolgere nel suo progetto, tra gli altri, 11 capi di stato, sei primi ministri, sei ministri, i segretari e presidenti dell'Onu, Nato, Fed, Banca mondiale e Fmi. Questo ponderoso saggio alla ricerca di soluzioni per avvicinare i Grandi della terra alla gente comune si declina in dieci capitoli, un decalogo dei temi più importanti che assillano l'eta' contemporanea, collocati tra la prefazione di Silvio Berlusconi e la postfazione di Franco Frattini. Il capitolo sulla governance del mondo raccoglie, tra l'altro, interventi di Ban Ki-moon, segretario generale Onu, Hu Jintao, presidente cinese, e Barack Obama, presidente Usa. Il tema della crescita economica include contributi di Ben Bernanke, presidente della Federal reserve, Dominique Strauss-Khan, direttore generale Fmi, e Luca Cordero di Montezemolo, presidente Fiat. La sezione dedicata al dossier Iran prevede un contributo di David Miliband, ministro degli Affari esteri e del Commonwealth e un intervento di Recep Tayyp Erdogan, primo ministro della Turchia dal 14 marzo 2003, mentre quella riservata al nuovo arco di instabilità e cioè Afghanistan – Pakistan raccoglie i contributi di Hamid Karzai, primo presidente eletto dell’Afghanistan dopo la fine del regime dei talebani e di Asif Ali Zardai, undicesimo presidente del Pakistan e marito di Benazir Bhutto, assassinata in un attentato il 27 dicembre 2007. Si prosegue con le sfide ambientali, con un contributo del premio nobel Al Gore, e quelle della sicurezza energetica, di cui parla Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni. Le sfide della geopolitica e di una globalizzazione più equa vengono affrontate in un capitolo sull’Africa con i contributi di Giulio Tremonti, ministro dell’economia, e Jacques Diouf, direttore generale della Fao, e in uno dedicato al Medio Oriente con gli interventi di Hosni Mubarak, presidente egiziano e di Shimon Peres, presidente d’Israele. La questione del conflitto mediorientale e delle sue possibili soluzioni trova espressione nell’intervento dello scrittore israeliano David Grossman il quale evidenzia come la logica della paura e dell’odio pervada la vita sia di israeliani che palestinesi intrappolati in una “bolla ermetica” e che ormai “dopo decine di anni di guerra se oggi esiste una qualche speranza per loro questa è da ricercarsi nel nuovo vento che comincia, forse, a soffiare sul mondo e che proviene da Washington”. Un’occasione importante per riflettere, proporre soluzioni e discutere sui temi di grande attualità che assillano la società contemporanea, il libro di Pino Buongiorno, “è la fotografia più nitida dello stato del mondo. È il primo tentativo compiuto di comunicazione e interazione con l’opinione pubblica. Ed è lo stimolo più innovativo per proporre soluzioni alla crisi non solo finanziaria ed economica, ma anche politica, culturale e sociale della nostra epoca.”
Giorgia Greco