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Flores D'Arcais (Dario) a Tel Aviv 13/06/2009

Copia di mail inviata a Repubblica per la lettera su Tel Aviv pubblicata nel supplemento viaggi:

Credo che lei, andando a Tel Aviv, e stupendosi per la mancanza della cultura araba, abbia commesso due gravi errori.   Il primo consiste nel non aver saputo che a Tel Aviv la cultura araba non c'è mai stata, perché prima che la fondassero, giusto 100 anni fa, gli ebrei, su quella sabbia non c'era assolutamente nulla. E dopo la  fondazione, gli arabi, nella stragrande maggioranza, non avevano ragione per trasferirvisi.

Quindi, si consoli, è solo questa la ragione, e la precedente cultura araba lei la ritroverà, intatta, ovunque ha lasciato tracce indelebili anche dove ora c'è lo Stato di Israele.
Il secondo grave errore consiste nel non aver considerato, prima di scrivere le sue parole, che se a Tel Aviv lei avesse trovato "i resti della cultura araba", oggi saremmo qui ad ascoltare le accuse ai governi
israeliani di aver deportato a Tel Aviv cittadini arabi che volevano risiedere altrove. Ma questo, nella democratica Israele, non succede. Questo succede dove i governanti si chiamano, magari, Mussolini o
Stalin (per non parlare di uomini al governo oggi).
Vede, signor Flores D'Arcais, si può sempre cercare il brutto ovunque, ma per trovarlo bisogna essere attrezzati.

lettera firmata

 


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