Sono d'accordo con Giorgio Israel. Sono stufa marcia di un mondo che fa atto di ricordarsi l' olocausto di 6 milioni di ebrei per poi dimenticare che l' antisemitismo tutt' oggi uccide. Sono stufa marcia di un mondo dove si ricorda l' olocausto come se fosse un incidente isolato nella storia. Sono stufa marcia delle vuote promesse di "never again" davanti ai missili ballistici Iraniani, quando non si ha neanche il coraggio di dire che quei bastardi che hanno ucciso Ilan Halimi l' antisemitismo e l' odio razziale l' hanno imparato in famiglia e nelle moschee francesi. Si fanno i pellegrinaggi a Buchenwald per dimenticarsi prontamente di 6 milioni di ebrei viventi sotto minaccia nucleare. Per questi ipocriti dalle lacrime di coccodrillo che si battono il petto il giorno della Shoa deve essere duro constatare che 60 e rotti anni dopo noi ebrei siamo ancora qui e abbiamo perfino uno stato nostro e per niente vassallo. Questo dovrebbe essere un processo aperto ai terroristi che si son fatti gioco della sofferenza umana, che hanno preso gusto nella tortura e nel sangue, che hanno fatto della seduzione una trappola e un' arma letale, che hanno fatto della santita' della casa (Halimi e' stato trucidato in un appartamento) un macello e un cesso. Io chiedo la pena di morte per i carnefici di Halimi e l' ergastolo per l' intera popolazione al di sopra dei 14 anni del blocco di appartamenti del palazzo che per 24 giorni ha tenuto Halimi prigioniero. Non meritano niente di meglio. Non mi venite a parlare di valori e di grazia. Se abbiamo grazia e valori solo verso i terroristi, e i macellai, dove la trovano la giustizia le vittime? Ai morti che siano compianti o meno non credo che gliene freghi niente, meglio far qualcosa mentre le vittime sono ancora vive. Inoltre, che si avvii un processo al governo Francese che lascia che questo tipo di odio e follia omicida sia coltivato in Francia, che fa finta di non guardare quando i giovinastri nelle zone di periferia impongono la sharia sulle donne e sui minori, e torturano i cittadini tra le pareti degli appartamenti. Mi chiedo poi quante risorse siano state date per ritrovare Halimi da parte del governo francese quando c'erano cosi' tanti indizi sparsi dai carnefici stessi nei giorni in cui lo torturavano. Fino a quando il mondo non avra' gli occhi per guardare, le orecchie per sentire le grida e la bocca per denunciare i carnefici di Halimi siamo tutti ostaggi della violenza, siamo tutti vulnerabili e indifesi. Non veniteci a parlare di Shoa finche' non siete disposti a fare qualcosa di concreto per tutti i futuri Halimi, per i Daniel Pearl, per i soldati Israeliani tenuti prigionieri, e per quello stato di 6 milioni che si ritrova con le armi nucleari piantate contro. Basta con le vacue parole, e' ora di passare ai fatti.