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La sinagoga du Kabul 11/06/2009
Al TG1 delle 20 del 10/06/2009 è stato annunciato un servizio che avrebbe dovuto far vedere  un luogo segretissimo. La suspence prima di tutto.
Lo spettatore è stato quindi introdotto in un'antica sinagoga di Kabul, che
davvero segreta non può essere considerata; basti pensare ai numerosi
servizi apparsi nei media, negli ultimi anni, sui due ebrei rimasti in
Afganistan, e ora ridotti a uno solo (non so bene se l'altro sia morto o sia
finito in prigione).
Lo scopo non era però quello, annunciato, di far vedere la sinagoga, che non
si è neppure capito quanto sia eventualmente bella ed interessante, ma di
parlare con questo sopravvissuto ad una diaspora (e ad una feroce
repressione) che ha fatto dissolvere una comunità antichissima. La RAI lo ha
anche intervistato, chiedendogli (con ben poco tatto!) se non avesse mai
pensato di convertirsi all'Islam. Ma il nostro ha ben risposto, ricordando,
e guardando verso l'alto, che tutti abbiamo un unico Dio.
Il breve servizio si è quindi concluso mostrando questo ultimo sopravvissuto
che scherza, sulla pubblica via, coi suoi amici islamici.
Ma il giornalista conosce la realtà di questa antichissima comunità,
antecedente all'islam, rimasta per millenni nella capitale afgana, ed ora
dissolta? Forse no, né probabilmente gliene interessa più di tanto.
Serviva piuttosto a mamma RAI far vedere come il programma del Presidente
Obama di riavvicinamento pacifico tra le grandi religioni sia, in effetti,
facile da realizzarsi. Che poi sia ben diverso il rapporto degli ebrei coi
loro amici, da quello con le autorità, questo non deve interessare allo
spettatore italiano, che deve anzi credere l'esatto comtrario.
Solo l'altro giorno abbiamo sentito il programma enunciato dal nuovo
Direttore del TG1 Minzolini, che ha assicurato di voler presentare la realtà
vera, senza falsi giri di parole. Se questo è il modo di iniziare, temo che,
per avere dei TG1 onesti dovremo aspettare il prossimo direttore.
Emanuel Segre Amar


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