Palestinesi in Libano: niente cittadinanza, niente diritti civili, una vita grama Non solo in Libano,ma i governi arabi non vengono mai messi sotto accusa
Testata: Informazione Corretta Data: 08 giugno 2009 Pagina: 1 Autore: La redazione di IC Titolo: «Palestinesi in Libano: niente cittadinanza, niente diritti civili, una vita grama»
" La situazione dei palestinesi è disastrosa, un inferno ". Così si legge nel reportage di Francesca Paci dal titolo " Nel Libano dei paria senza voto " pubblicato sulla STAMPA di ieri e ripreso nella rassegna stampa di IC. Sul quale vogliamo ritornare per alcune riflessioni: Gli arabi israeliani hanno gli stessi diritti di tutti gli israeliani. Hanno la cittadinanza, hanno le loro rappresentanze in parlamento, possono svolgere qualunque genere di attività, proprio come qualunque cittadino libero di uno Stato democratico. Non accade la stessa cosa ai palestinesi che vivono nei paesi arabi come il Libano, il quale, per altro, è già il meno peggio. Come scrive Paci, : "Quattrocentomila palestinesi invisibili sono il rimosso di questa campagna elettorale, coscienza torbida dei due blocchi che si contendono il futuro del Paese sfidando il passato, la guerra civile, il fato dei fratelli di serie B rifugiati qui dal ’48. «Il diritto al ritorno non va collegato al diritto alla nazionalità», denuncia Lina Abou-Habib, responsabile dell’organizzazione non governativa Crtd.A. L’eventuale inclusione che cancellerebbe i 12 campi profughi, buchi neri tra la valle della Bekaa e il mare, divide i politici in modo trasversale, soprattutto sulle ragioni del rifiuto. Sostiene Hezbollah che regolarizzare i profughi allenterebbe la pressione su Israele, i custodi dell’equilibrio confessionale obiettano che un’iniezione di sunniti altererebbe la delicata miscela nazionale, generali e alti ufficiali ricordano senza nostalgia i giorni in cui l’Olp cresceva autonoma, uno stato nello stato. ". Nessuno schieramento politico vuole regolarizzare i profughi palestinesi che sono, in tutti i sensi,arma di ricatto, da tenere al confine con Israele, esasperandoli nei campi profughi, carne da macello pronta per essere usata negli attentati e nelle guerre contro Israele, strumenti per impietosire l'occidente. Più avanti si legge : "«La situazione dei palestinesi è disastrosa, un inferno», afferma lo scrittore Jabbour Douaihi che sta per pubblicare con Feltrinelli Pioggia di giugno. In cima alle scale di una palazzina con i cavi elettrici che penzolano come liane della giungla, Rwaida Maser Ukadid pulisce la verdura per preparare la mloukia, il piatto preferito dei suoi 4 figli. Ha 42 anni, è vedova da dieci: «Mi arrangio con quello che mi mandano i parenti dalla Danimarca e gli aiuti delle Nazioni Unite, riso, olio, 50 dollari ogni tre mesi». Il figlio Ahmed, 19 anni, studia ingegneria all’università di Beirut: «Lo so che sarà costretto a fare il muratore, ma ci tiene tanto a questa laurea, ho venduto tutto l’oro della famiglia per pagare l’iscrizione. Vorrei avere la cittadinanza solo perché potesse avere le chance dei suoi coetanei». " Non solo ai palestinesi in Libano non è concessa la cittadinanza, ma è quasi impossibile, per loro, studiare. E ancora : "Secondo la legge i palestinesi non possono acquistare la casa e sono esclusi da 72 professioni considerate prestigiose, avvocato, medico, ingegnere. «Non resta che aprire una bottega nel campo o lavorare a giornata, guadagnano la metà dei 20 dollari che spettano a un libanese»". Sono esclusi da 72 professioni ritenute troppo "prestigiose" per loro. I palestinesi che non possono condurre una vita normale sono quelli che vivono nei paesi arabi e nella Striscia, non quelli residenti in Israele. Invece sentiamo i discorsi dei leader dei paesi arabi invocare aiuto per la causa palestinese. Ed è ancora più grave accorgersi che il mondo occidentale crede a queste fandonie, invia aiuti (che poi vengono intercettati da associazioni terroristiche e mai distribuiti gratuitamente) e organizza cortei contro Israele senza accorgersi che i veri profughi palestinesi vivono negli stessi paesi arabi che li hanno resi tali da 61 anni nell'indifferenza mondiale e non sono quegli arabi che vivono in Israele. Manca, nell'articolo di Francesca Paci, un'analisi delle cause della presenza dei profughi in Libano e negli altri paesi arabi. Manca perchè avrebbe dovuto scrivere la verità? e cioè che non sono stati cacciati dagli ebrei, ma che sono stati indotti a fuggire terrorizzati dalla propaganda araba. La situazione dei palestinesi è disastrosa, ed è positivo che qualcuno l'abbia descritta. Ora, però andrebbero analizzate onestamente le cause.