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Ma in che mondo vive Gilles Kepel ? 06/06/2009

Questa e-mail è stata inviata alla Stampa dopo la pubblicazione dell'articolo di Gilles Kepel:

La lettura del suo articolo apparsa oggi su La Stampa mi spingono a
scriverle estrapolando alcune parole da un contesto che, neppure per il
resto, in gran parte, non mi sento di condividere.
Lei scrive infatti: " Hamas si rifiuta di riconoscere Israele ma è pronto a
far parte di una Olp incaricata di negoziare con lo Stato ebraico". Tale
affermazione non è affatto corretta: ripetutamente, infatti, Hamas ha detto
di non accettare in alcun modo nessun tipo di relazioni con Israele. Basta
poi leggere lo statuto di Hamas per averne la riprova. Ancora recentemente,
dopo il viaggio di Carter nella regione, Hamas ripeté di non avere nessuna
intenzione di arrivare, mai, ad alcun riconoscimento, anche se "indiretto",
con Israele. Ed i recenti, ripetuti, sanguinosi scontri tra le due fazioni
palestinesi smentiscono le sue parole.
Più avanti lei scrive: " Quanto alla Siria, essa non può rinunciare a
un¹alleanza strutturale con l¹Iran, Hezbollah e Hamas, salvaguardando il suo
eventuale potere di mediazione". E' del tutto impossibile vedere una Siria
che media tra le parti in conflitto, essendo Assad personalmente coinvolto
in prima persona in tutto quanto accade in un ben individuato gruppo di
potere. Per mediare, lei mi insegna, bisogna essere poco coinvolti con una
parte (e che parte, nel caso specifico!) in conflitto.
Infine, le parole di chiusura del suo ragionamento, " l¹esito dei
combattimenti nella valle dello Swat paradossalmente incide sul congelamento
degli insediamenti in Cisgiordania", appaiono, ancora una volta, oltre che
non spiegate in alcun modo (per evidente impossibilità?), del tutto avulse
da una realtà troppo complessa per poter essere spiegata con simile
superficialità.
Saluti

Emanuel Segre Amar


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