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I media italiani e il caso Halimi 03/06/2009
Vi spedisco la lettera che spedirò oggi ancora al Corriere della Sera in protesta per come è stato trattato il caso  "Halimi" da parte dell'inviato del CdS in cui manca qualsiasi riferimento all'aspetto islamico dell'uccisione tragica di Ilan.

Dov'è rimasto il diritto di cronaca? Cosa vuole nascondere o far finta di non aver visto l'inviato? Non dovrebbe raccontare i fatti come sono avvenuti, senza perdersi in un panegirico che non racconta nulla?

Perchè non racconta che il "barbarian" Youssouf Fofana si è presentato al processo con il cranio rasato, una barba silamica, vestito di una veste bainca, con un largo sorriso e puntando il dito al cielo ha esclamato "Allah vincerà"? E quando su richiesta di pronunciare il suo nome di famiglia ha risposto "Africaine barbare armée révolte salafiste"? E quando gli si è chiesto la sua data di nascita ha detto: "13.2.06", vvale a dire il giorno della morte orribile di Ilan Halimi?

Nava parla di miseria morale, di minorenni e che diversi particolari appaiono inspiegabili (sic). Parla di atteggiameno paranoico e megalomane (perchè non specifica del lato musulmano che viene sottaciuto anzi eliminato del tutto?). Massimo Nava cos'ha fatto a Parigi? Ha veramente adempiuto al suo obbligo di cronaca? Perchè nasconde i fatti? ovviamente leggendo il suo resoconto non si capisce proprio niente a parte un "ipotetico" aspetto antisemita camuffato in realtà dalla volontà di estorcere soldi.

È un comportamento vergognoso da parte di un dipendente di un giornale che meriterebbe cronisti maggiormente professionali

Autore dell'articolo: Massimo Nava (email:  mnava@corriere.it)

 

Distitnti saluti

Valerio De Vito Lugano (sono un attento stimatore del vostro sito..,.indispensabile per avere un opinione corretta sui media italiani)


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