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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.06.2009 Dagli archivi della Stasi nuove verita’ dalla Germania
L'analisi di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 giugno 2009
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Dagli archivi della Stasi nuove verita’ dalla Germania»

Il Nazismo e il Comunismo sono due ideologie affini, anticristiane e
antisemite,  entrambe alleate del Fondamentalismo Islamico e solo
apparentemente contrastanti,  in verita’costituiscono le due facce
della stessa medaglia; e se qualcuno avesse ancora dei dubbi, legga
quello che i giornali tedeschi pubblicano in questi giorni sulle
verita’ emerse dall’esame dei files degli archivi della Stasi, i
servizi segreti sovietici nell’Europa dell’Est, che gli storici stanno
esaminando ormai dal 1991. Sono decine di km di documenti che per la
loro mole, ci danno un’idea di come, il grosso apparato della Stasi
abbia controllato la vita dei Tedeschi della Repubblica democratica
tedesca e dell’Europa dell’Est,  dal periodo postbellico fino alla
caduta del muro di Berlino.
Ma la Stasi  e’ stata un pericolo anche per noi Italiani che siamo
vissuti in liberta’nella N.A.T.O. una minaccia e una spada di Damocle
incombente sulle nostre teste qualora il Comunismo avesse preso il
potere anche in Italia. E siamo stati fortunati,
 perche’ siamo sfuggiti infatti al pericolo della russificazione
dell’Italia,  persino nella lingua e nella cultura, sotto il peggiore
dei regimi polizieschi che ci avrebbe riservato una vita assai grama.
Ma la storia non e’ finita perche’ le tre forze del male si stanno
ricompattando e ci preparano altre sventure.

  L’apertura degli archivi della Stasi e l’esame attento dei suoi
documenti,  hanno permesso agli storici tedeschi di far luce sulle
vicende degli anni sessanta,  partendo proprio dal caso emblematico
del poliziotto, Karl-Heinz Kurras dell’allora Repubblica Federale di
Germania, che in realta’ era una spia della Stasi con il nome in
codice di Otto Bohl, arrestato e successivamente prosciolto e che, a
Berlino Ovest, il 2 giugno del 1967 sparo’ alla testa di uno studente
di Lettere, Benno Ohnesorg, uccidendolo, durante una manifestazione
contro la visita dello Shah di Persia, Reza Pahlavi che si accingeva
ad entrare nel palazzo dell’Opera per ascoltare Mozart. Questo ci fa
capire come l’Urss, nelle sue mire espansionistiche su tutta l’Europa,
tramite la Stasi e il Kgb pescasse nel torbido tentando di riesumare
nell’era postbellica, gli orrori del passato perpetrati da Hitler,
Stalin e il Gran Mufti’ di Gerusalemme, che erano tutti e tre
antidemocratici, anticapitalisti ed antisemiti.
 Dall’indagine condotta dagli storici tedeschi che hanno esaminato
attentamente la gran mole  dei documenti, e’ emersa la notizia di
questi giorni che proprio da li’ parti’ l’ordine di sparare. Anche lo
stesso poliziotto che ora e’ ultraottantenne ha dichiarato alla stampa
tedesca che all’epoca lavorava per la Stasi  collegata con il Kgb
attraverso cui Mosca controllava l’Europa e pensiamo anche l’Italia,
nel periodo delle tante stragi irrisolte su cui ha fatto
fortunatamente luce  la commissione parlamentare Mitrokhin di Paolo
Guzzanti e che ci auguriamo continui i suoi lavori con l’attuale
governo Berlusconi perche’ c’e ancora molto da scoprire e da sapere.
 Quella fu la scintilla che fece poi scoppiare il ‘68 in Europa quando
la sinistra manipolatrice, scelse quell’icona mediatica del martirio
dello studente Benno Ohnesorg,  la cui morte fu  ripresa e immortalata
da un fotografo li’ presente forse non a caso, per accendere  la
rivolta studentesca che infiammo’ tutta l’Europa e che si sparse
celermente nelle piazze e nelle universita’ di tutto il vecchio
continente, fino in Italia, a Roma, con gli studenti romani che a
Valle Giulia furono caricati dalla polizia, e con Pierpaolo Pasolini
che con logica e lungimiranza, prese le difese dei “celerini”,
considerati dalla sinistra con spregio, come fascisti e  servi del
potere ma che in effetti erano i veri proletari italiani, contro gli
studenti, figli di papa’che invece facevano il gioco di Mosca tramite
il Pci e gli agenti del Kgb presenti allora in Italia. Infatti in un
paese democratico la polizia e’ al servizio dei cittadini, in un
regime reazionario la polizia e’ al servizio del potere.

Ma e’ incredibile che la morte di quello studente non era stata
causata poi come si disse e da come ci hanno fatto credere, dalla
“repressione fascista della polizia a servizio del capitale”, ma dalla
premeditazione della Stasi, la versione comunista della Gestapo, che
era sopravvissuta alle ceneri del Nazionalsocialismo di Hitler.  E non
a caso in quella stessa manifestazione studentesca del 1967 a Berlino
apprendiamo che quel giorno erano presenti sulla stessa scena, anche
due famosi personaggi, Ulrike  Meinhof e Gudrun Ensslin, entrambi
marxisti antisemiti della banda “Baader Meinhof” che in Germania
assassinarono una trentina di persone e che, in combutta con i
terroristi  palestinesi, eredi del Gran Mufti di Gerusalemme, zio di
Arafat, nel 1976  dirottarono l’aereo dell’Air France a Entebbe che si
concluse con la liberazione dei passeggeri, grazie agli Israeliani e a
Yonathan Netanyahu che condusse quella leggendaria impresa, ma che
perse pero’ la vita.

Come anche Palestinesi erano quei terroristi che a Monaco nel 1972  in
combutta con i marxisti della Rote Armee Fraktion perpetrarono
quell’orrendo assassinio degli undici atleti e allenatori della
squadra israeliana alle Olimpiadi.
 La miscela esplosiva tuttora esistente, tra nazismo, fondamentalismo
islamico e marxismo  potrebbe scatenare da un momento all’altro una
guerra mondiale nucleare, e anche Magdi Allam, nel suo ultimo articolo
sul Corriere ha fatto espressamente riferimento ai molti neonazisti
presenti a Teheran alla corte dei Mullah che preparano armi nucleari e
missili ballistici e che, a nostro parere, le democrazie dovrebbero
invece subito fermare anche con un intervento militare, come fece
Reagan con la Libia.
Ma la storia dello zampino della Stasi nelle vicende europee non e’
ancora finito perche’ altre verita’ stanno riaffiorando alla luce,
come quella di un possibile ruolo della stessa Stasi nel  ferimento,
con permanente lesione al cervello di un altro noto studente tedesco
del ‘68, Rudi Dutschke, il cui attentatore putacaso aveva in tasca una
copia di un giornale di una organizzazione neonazista, il National
Zeitung.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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