Carissimi, scusate se tocco certi argomenti delicati, ma ormai siamo amici, no? Bene, devo darvi questo consiglio: se per caso avete in mente di fare del turismo funerario, evitate la ridente località di Lugo di Romagna e il suo ben organizzato camposanto. Se il compagno Giuseppe Stalin decise ottant'anni fa di costruire il socialismo in un solo paese, un articolo del "Giornale" gentilmente segnalatomi da un'amica mi convince che l'ottimo e democratico sindaco di Lugo, che risponde al gentile nome di Raffaele Cortesi, ha deciso di provare a fare Eurabia in un solo cimitero, peraltro con qualche tratto di uniformità comunista. Ha infatti proibito, con una delibera della sua giunta comunale, qualunque iscrizione sulle lapidi che non siano i puri dati anagrafici dei defunti. Come suona la delibera in una prosa molto burocratica e con una sintassi molto euraraba nell'incapacità di concordare soggetto e predicato, «la data di nascita e quella di morte non deve essere preceduta da alcun simbolo». Addio a croci, simboli ebraici, anche i consueti pensieri che si scrivono sulle lapide per ricordare con amore i cari che se ne sono andati: proibito, verboten, forbitten, المحظورة. Ufficialmente la giunta accampa ragioni estetiche, pretende che si tratti di cura del campo (cura che interpreta con autentico spirito da caserma, prescrivendo anche il carattere tipografico e dimensione dei caratteri). Dice ancora la giunta, nel suo pittoresco linguaggio barbarico che ha deciso solo «semplici indicazioni finalizzate a omogeneizzare gli elementi cercando di limitare, per quanto possibile, l’effetto di disomogeneità». Indicazione finalizzate a omogeneizzare, già. Brutta la disomogeneità delle persone, ancorché defunte. Del resto lo diceva anche Totò, la morte è una livella. Ma c'è di più. "Il Giornale" considera "emblematica la risposta degli addetti comunali: «Dicono che la scelta di evitare segni sia stata presa per non urtare le diverse sensibilità religiose»." Ecco il punto. Eurabia pura, come quando a Oxford l'anno scorso si decise di sostituire il Natale con una "festa delle luci" per non turbare la sensibilità islamica... No, potendo scegliere non andate a depositare le vostre spoglie mortali nel cimitero di Lugo. Capace che vi orientino la bara con la testa verso la Mecca, così per non offendere nessuno. Tanto per il Corano nasciamo tutti islamici, è l'educazione che ci travia, ma la morte rimette tutto a posto, con l'aiuto dei Cortesi sindaci del partito democratico (ma ancora un po' comunista)
Ugo Volli
PS: Questa storia di Lugo mi turba più di altri incidenti. Il fatto è che mia prozia Gemma Volli, storica dell'ebraismo, una cinquantina d'anni fa ha studiato a lungo il ghetto e il cimitero ebraico di Lugo per ricostruire la vita di una delle più antiche comunità ebraiche del Nord Italia. C'è un suo racconto, l'unico non compreso nella raccolta "Le escluse" (Aracne 2006), in cui immagina un dialogo molto tumultuoso con coloro che riposano in quel cimitero e la rimproverano per la dimenticanza cui sono soggetti. Adesso la dimenticanza a Lugo è diventata obbligatoria.
|