Una vera mascalzonata, quella del CORRIERE della SERA di oggi, 02/06/2009, che pubblica una corrispondenza di Luigi Offeddu da Bruxelles a pag. 19. Il titolo " Ue, sale l'onda della destra xenofoba" avrebbe senso se l'articolo riguardasse i partiti della destra xenofoba, Invece no, non solo nel pezzo, ma anche nel sottotitolo " Wilders, primo nei sondaggi in Olanda", si collega il suo partito con quelli nazifascisti citati nel titolo. Inserire il Partito delle Libertà di Wilders nel guppo dei partiti xenofobi significa ingannare il lettore. Se Luigi Offeddu vuole informarsi sull'Olanda, vada leggersi i reportages di Gliulio Meotti usciti il mese scorso sul FOGLIO. Li può trovare tutti su IC. C'è da rimanere stupiti di fronte a questa operazione di bassa lega del CORRIERE della SERA. Invitiamo i nostri lettori a protestare con il direttore Ferruccio de Bortoli.

BRUXELLES — È ora, ci vuole «una soluzione finale per il problema degli zingari ». È ora, «non solo alla Turchia, ma anche a Israele » sia vietato aderire all’Unione Europea. Lo hanno proclamato con uno spot televisivo (primo caso) il «Partito Nazionale» ceco, e con i manifesti per le strade (secondo caso) il «Partito della Libertà» austriaco. Che all’obiezione scontata su Israele — «se non è neppure un Paese candidato all’ingresso della Ue...» — ha ribattuto invocando le radici cristiane dell’Occidente.
A Praga e a Vienna, questi partitini sono sotto stretta osservazione. Ma sono solo due, fra i gruppi estremisti: il loggione è affollato.
Accanto al Fronte nazionale del vecchio Le Pen in Francia, c’è il Partito nazionale britannico, che dopo lo scandalo dei rimborsi- spese in Parlamento suggerisce pacatamente al popolo: «Castigate i maiali». E c’è il movimento greco «Laos », il cui leader ha riconosciuto per iscritto la realtà dell’Olocausto, ma poi è accusato di descrivere Auschwitz come «un mito». E altri, in tutta la Ue, premono: populisti o nazionalisti, qualunquisti o euroscettici, a sentire i sondaggi sono un’onda che sale. A cavalcioni di altre due, le onde della crisi economica e dell’astensionismo. «Una bassa partecipazione al voto può favorire i partiti estremisti», avverte il Centro Simon Wiesenthal, riferendosi fra l’altro al «Partito antisionista» fondato dall’attore francese Dieudonné. In Gran Bretagna, gli arcivescovi anglicani di Canterbury e York hanno invitato a votare, per non favorire chi semina l’odio.
Ma secondo l’Eurobarometro, il 53% degli europei si dice «non interessato» al prossimo voto (in Italia, il 50%). Su 100 cittadini, solo 34 — un terzo del totale — dicono «sì, certamente andrò a votare», e 15% «no, certamente non andrò». Ma il restante 51% non è certo di nulla: e da quel che deciderà, dipenderà anche la sorte di coloro che la Ue dicono di detestarla.
Come il più celebre fra tutti, l’olandese Geert Wilders: proclama «più Olanda meno Europa», ha spedito a Westminster una modella mezzo nuda e dipinta con i colori della Ue, e chiede la soppressione dell’Europarlamento, ma chiede anche un voto per andarvisi a sedere. Per i sondaggi, il suo «Partito della Libertà», nato 3 anni fa, è il primo in Olanda, e gli olandesi vorrebbero lui al governo. Lui, che ha 3 capisaldi di pensiero: uno, «il Corano è come il Mein Kampf»; due, la Ue inconsistente è destinata al crollo; tre, nell’attesa faccia qualcosa, per esempio espella Bulgaria e Romania. Più morbido, ma non tanto, il piglio di «Libertas», il partito fondato in Irlanda dal miliardario Duncan Ganley, con molti agganci in Usa e in Russia: certi sondaggi gli danno una marea di seggi, e lui non smentisce.
In Ungheria e in Polonia, ecco i nazionalisti di «Jobbik » e della «Lega delle famiglie » che vorrebbero vietare agli stranieri l’acquisto di terra magiara e polacca. In Bulgaria, sono in lista certi imprenditori sotto processo (uno già arrestato) per bancarotta, falso, sfruttamento della prostituzione e omicidio colposo. Almeno loro non parlano male della Ue: ma forse è perché, candidandosi, hanno ottenuto la sospensione dei processi.
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