Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Mario Vargas Llosa, un odiatore con la O maiuscola 01/06/2009
Questa e-mail è stata inviata a Mario Calabresi, direttore de La Stampa, dopo la pubblicazione dell'articolo di Mario Vargas Llosa:
Dopo la lettura di quanto da lei scritto su La Stampa, qualsiasi attento osservatore del conflitto israelo-palestinese non potrà non farle osservare quanto segue: 1) Lei, che spesso scrive su questo argomento, ha il grave vizio di credere che i problemi siano sempre e solo causati dagli israeliani. Se così fosse realmente, essendo Israele una democrazia, certo un qualche nuovo governante, arrivato sulla scena politica negli ultimi anni con libere elezioni, avrebbe saputo rimediare. Ma così non è mai successo, e allora lei dovrebbe trarne un serio motivo di riflessione. Gli estremisti ("ultranazionalisti, razzisti, xenofobi") sono sempre, solo israeliani? Suvvia! E gli impegni di Annapolis (o magari altri, più vincolanti) sono stati calpestati proprio, soltanto, da Israele? Si informi meglio su quanto è stato detto e scritto su questo argomento. 2) Quando ricorda gli aiuti in denaro che Israele riceve dagli USA, dovrebbe considerare anche che, in parallelo, grandissime somme arrivano anche alle due fazioni palestinesi, sia dagli USA che dall'Europa (oltre che da Iran ed altri stati arabi). Ma questo è sempre assente nelle sue analisi, che così peccano della mancanza di elementi essenziali per arrivare ad una corretta comprensione dei problemi. E forse è proprio questa enorme massa di denaro che è all'origine di molti problemi. 3) Quanto alla "paranoia che porta Israele a vedere nemici ovunque, e in particolare in Europa occidentale", signor Vargas Llosa, le ricordo che risale alla guerra del 73 allorquando nessun paese europeo, con l'esclusione del Portogallo, volle concedere agli aerei cargo americani il diritto di atterraggio, essenziale per portare quegli aiuti necessari alla sopravvivenza dello Stato. E' nel momento del pericolo che si capisce chi è un amico e chi non lo è, ed è bene ricordarsene sempre. 4) Israele è uno "stato ebraico" fin dal momento della sua proclamazione. Il fatto di non volerlo riconoscere, oggi, è soltanto una nuova scusa per bloccare quei negoziati sempre fermati dai palestinesi all'ultimo momento; questi non potranno mai procedere se da entrambe le parti, e quindi anche dalla parte araba, non si vorrà procedere. Sulle stesse colonne de La Stampa si è spesso ricordato quanto i palestinesi hanno sempre rifiutato, nelle trattative dirette, a Barak come a Olmert; offerte estremamente generose. Se lei dimentica queste realtà, non può poi essere credibile nei suoi commenti.
In un passato non troppo lontano la sua penna è arrivata a scrivere, proprio su La Stampa, che il muro è provvisto di una rete ad alta tensione. E la sua invenzione, perché tale era, serviva a paragoni con l'apartheid sudafricano che, chiunque vada sul posto con mente libera da pregiudizi, non potrà non considerare assurdi. Nello stesso modo oggi, quando scrive "se Hamas rifiuta il dialogo, Israele negozi con l'Autorità Palestinese", dimostra di non essere affatto interessato a quanto sta succedendo in Medio Oriente, giorno dopo giorno, da anni. Lei è solo accecato, nella sua mente, dall'odio verso tutto ciò che fanno i governanti israeliani. E, mentre gli avvenimenti si succedono, lei neppure li scorge.