venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Manifesto Rassegna Stampa
31.05.2009 Capovolgere la realtà è la specialità del quotidiano comunista
Ma è nel loro DNA, niente da fare, ci limitiamo a registrarlo

Testata: Il Manifesto
Data: 31 maggio 2009
Pagina: 9
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «In scena < Turning Point >, Tel Aviv si prepara alla guerra con l'Iran»

" In scena < Turning Point >, Tel Aviv si prepara alla guerra con l'Iran ", titola il MANIFESTO oggi, 31/05/2009, a pag.9,di Michele Giorgio. Nel quale, autore e testata  danno un nuovo esempio della loro predisposizione innata di capovolgere la realtà, ingannando i loro lettori. In realtà, le esercitazioni alle quali saranno chiamati il 2 giugno gli israeliani, non hanno nulla di guerresco, ma di difensivo. E' il timore di un attacco da parte dell'Iran che ha convinto il governo a predisporre le misure necessarie per informare gli israeliani di quello che potrebbe accadere se il mondo libero e democratico non fermerà prima il regime dei mullah.  " Tel Aviv si prepara alla guerra con l'Iran " recita il titolo del quotidiano comunista, due falsi in un unico titolo. Tel Aviv non è la capitale d'Israele, e l'esercitazione è difensiva. Per chi volesse informarsi da una fonte non avvelenata, si legga il pezzo uscito su SHALOM di Angelo Pezzana, dal titolo Tenebre nere all'orizzonte di Israele" del 19/05, nell'archivio di IC. Ecco l'articolo:

Se Israele non eliminerà la «minaccia iraniana», nessun altro lo farà. Inequivocabili le parole pronunciate dal premier Benjamin Netanyahu durante un incontro con il gruppo parlamentare del Likud pochi giorni dopo l’incontro aWashington con Barack Obama, in cui ha promesso al presidente Usa di non tentare alcun attacco contro le installazioni nucleari iraniane almeno fino a fine anno. Il 2010 perciò potrebbe essere l’anno del raid aereo israeliano contro l’Iran di cui si parla da tempo e di una nuova guerra in Medio Oriente dalle conseguenze devastanti. E che il blitz si sia fatto più vicino lo conferma anche l’inizio, oggi, delle manovre «Turning Point 3», la più grande esercitazione militare e civile della storia israeliana, volta a preparare le forze armate e per la prima volta l’intera popolazione, da Nahariya nel nord fino ad Eilat nel sud, all’eventualità di un attacco missilistico proveniente da nord, dal sud e da est. Èmolto probabile infatti che l’Iran, se fosse colpito dall’aviazione israeliana, reagirebbe sparando i suoi missili balistici contro Tel Aviv e altre città dello Stato ebraico. Uno scenario che potrebbe vedere un’escalation anche a nord e a sud. Israele non ha mai nascosto l’intenzione di voler chiudere i conti con Hezbollah e con Hamas, dopo i fallimenti dell’offensiva di tre anni fa in Libano del sud e di quella di qualchemese fa a Gaza (che sono costate la vita a 1.200 libanesi, 1.400 palestinesi e poco meno di 200 tra soldati e civili israeliani). Israele getta acqua sul fuoco e spiega che si tratta di manovre annuali, cominciate dopo la guerra del 2006. Ma l’imponenza delle esercitazioni non lascia dubbi su ciò che potrebbe scatenarsi nella regione nel giro di un anno o poco più. In un clima che ricorda quello dei mesi precedenti all’attacco americano contro l’Iraq nel 1991 (seguito dal lancio di missili Scud verso Israele), da oggi fino a giovedì, agli israeliani verranno spiegate le norme comportamentali in caso di attacchi missilistici e bombardamenti aerei. Il momento clou di Turning Point 3 si sarà martedì, quando le sirene suoneranno in tutto il paese per annunciare un’imminente incursione aerea, invitando la popolazione a raggiungere in tre minuti i luoghi di riparo prefissati. Da parte sua, il governo israeliano simulerà riunioni del consiglio dei ministri, durante le quali saranno prese decisioni urgenti sia di carattere militare che a protezione dei civili. «Ci eserciteremo ad uno scenario di attacchi su tutti i fronti e con vari mezzi», ha detto un portavoce governativo ribadendo che le manovre sono di «routine ». Le rassicurazioni israeliane invece non lasciano tranquillo Libano che da ieri è in stato di massima allerta. Le forze armate del Paese dei cedri e le truppe di interposizione dell’Unifil (Onu) hanno intensificato i pattugliamenti lungo il confine mentre Hezbollah ha già mobilitato in segretomigliaia dei suoi combattenti. I soldati libanesi sono stati dispiegati in particolare alla periferia delle Fattorie di Shebaa, un fazzoletto di terra di 25 chilometri quadrati, occupato da Israele nel 1967. Nuove postazioni militari, inoltre, sarebbero state create nei villaggi di Tallat al-Ramta, al-Summaqa, Rwaissat al-Alam, tutti nella regione di al-Arqub. Stando alla agenzia di stampa libaneseNna, dall’altro lato del confine decine di mezzi pesanti sono stati disposti per rafforzare le postazioni militari e l’esercito israeliano starebbe anche lavorando per innalzare una nuova barriera di filo spinato intorno alla torretta di controllo che domina Shebaa. Giochi di guerra in attesa del conflitto vero.

 Per inviare la propria opinione al Manifesto, cliccare sulla e-mail sottostante.


redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT