Chi è peggio, lo scalmanato assassino o il rilassato intellettuale pacifista e comprensivo?
A proposito della cartolina di ieri, dove vi raccontavo di quel regista israeliano che con un collega palestinese ha messo su uno spettacolo dove Sansone era visto come il prototipo dei buoni terroristi palestinesi, mentre l'esercito israeliano era identificato con gli oppressivi filistei e indirettamente con i nazisti, mi tormenta una domanda, che vorrei condividere con voi. E' peggio, secondo voi, sul piano morale e politico, l'attentatore che si mette addosso la sua cintura, entra subdolamente in un luogo pubblico ed ammazza donne e bambini, oltre a se stesso, o il giornalista, l'uomo di spettacolo, il politico che stando comodamente seduto su una poltrona di design nel suo salotto, sorseggiando vino bianco o degustando un gelato con gli amici (oppure a teatro o sul suo giornale), ne traccia la giustificazione, dice che in fondo anche noi non siamo diversi o siamo peggiori, o magari fornisce di Israele e del suo esercito un ritratto così falso ("assassini di bambini"... "come i nazisti"... ladri di terra ecc. ecc.) da rendere meritori gli assassini che lanciano razzi e devastano pizzerie e supermercati ("la rivolta degli oppressi"... "la giusta rabbia"... "gli abitanti espropriati" ecc. ecc.). Chi è peggio, lo scalmanato assassino o il rilassato intellettuale pacifista e comprensivo? Io francamente non so decidere.
Ugo Volli