Obama, il Patriot Act e la libertaŽ di parola L'analisi di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 25 maggio 2009 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Bracaglia Morante Titolo: «Obama, il Patriot Act e la libertà di parola»
Nel dibattito televisivo su "War on Terror and National Security" del 21 maggio 09, il presidente Barack Obama e lŽex presidente Dick Cheney si sono sfidati in un duello verbale in cui alla fine Cheney ha steso a tappeto Obama, sferrandogli un duro colpo, di fronte a milioni di telespettatori che si sono resi conto che Obama dopotutto non eŽ cosiŽ invulnerabile. LŽattuale presidente ha accusato lŽamministrazione Bush di aver usato la tortura ossia metodi troppo energici come la simulazione di affogamento, negli interrogatori dei terroristi, violando gli accordi di Ginevra; mentre Cheney gli ha obiettato che quegli interrogatori sono stati utili e legali, in piena osservanza del "Patriot Act" percheŽ hanno estorto informazioni che hanno portato gli inquirenti a sventare ulteriori attacchi terroristici su obiettivi americani e a salvare migliaia di vite umane. Il "Patriot Act" eŽ uno statuto convertito in legge di Diritto Pubblico nellŽott. 2001 che reca la firma dellŽallora presidente Bush ed eŽ lŽacronimo che sta per "Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terror" (rendere piuŽ unita e piuŽ forte lŽAmerica con il fornire strumenti appropriati e necessari ad intercettare e fermare il terrore). Il Patriot Act funziona e come, se ha permesso agli investigatori di sventare attentati come quelli che i terroristi fondamentalisti islamici preparavano a Los Angeles e alle due sinagoghe di New York nel Bronx.
Dick Cheney per chi non lo conoscesse eŽ un leone, di quelli che non solo ruggiscono, ma sbranano, basta guardare la sua faccia prima irata e poi feroce, con il labbro superiore che si inarca di lato e mostra i denti aguzzi mentre gonfia le narici, come fanno tutti i felini quando sono in posizione di attacco. Quando si tratta di difendere lŽAmerica dal terrorismo e riaccendere nel petto le patrie memorie non cŽeŽ infermitaŽ fisica, operazioni al cuore o immobilitaŽ temporanea su una sedia a rotelle che possano scoraggiarlo o possano scalfire la grande devozione che nutre per il suo paese. Con la sua prosa scarna e schietta ha messo a nudo la nuditaŽdi Obama, adulato da una corte di consiglieri che persino gli mettono in bocca con i teleprompter, discorsi belli ma finti che non escono neŽdal suo cervello neŽ dal suo cuore. E la gente se ne sta accorgendo dal momento che persino le conferenze stampa sono finte, giaccheŽ sono preparate da esperti al computer armati di teleprompter che Obama legge con grande ed agile disinvoltura senza contraddittorio. Questo eŽ uno scandaloso attacco alla sacrosanta libertaŽ di parola che ha reso grande lŽAmerica, ma che invece ormai non eŽ garantita a tutti, se la si concede ad Ahmadinejad ma la si nega a Netanyahu.
Nessun rettore di universitaŽ ha infatti invitato il neoprimoministro israeliano a parlare, quando eŽ venuto alla Casa Bianca per il summit con Obama, nemmeno quel rettore della Columbia, Mr. Bollinger che pure in mezzo a tante polemiche aveva invitato a parlare Amadinejad due anni fa, ma non ha fatto lo stesso ora per Netanyhu. PercheŽ eŽ chiaro che nelle universitaŽ americane come nelle corti di giustizia si usa il double standard ossia la pratica dei due pesi e due misure, Ahmadinejad che rappresenta un regime omofobo misogino repressivo come lŽIran ha potuto parlare, mentre, come giaŽ eŽ avvenuto nel 2000 all'universita' di Berkeley per ben tre volte consecutive, si eŽ impedito di parlare a Netanyahu che rappresenta Israele,un paese democratico che garantisce a tutti la pienezza dei diritti. EŽ una continua prevaricazione ed eŽ una continua truffa di veritaŽ e di giustizia da parte dei cosiddetti democratici liberals che barano nella loro doppiezza e che arrogantemente agiscono sempre piuŽ con prepotenza fino a che non ci toglieranno del tutto la parola, e giaŽ se ne vedono le avvisaglie...