Israele:
tutti sanno, "nessuno" lo nega, "tutti" non sanno, tutti confermano.
Direste voi, ma cosa dice questo?
Il libro recente di Leonid Mlečin " Perché Stalin volle Israele ", la dice lunga, e ripetendo le parole dei suoi relatori,Canfora e Bidussa e commento di Daniel Reichel:
"La scelta sovietica di appoggiare la creazione dello Stato di Israele e di sostenere il partito laburista di Ben Gurion nasce da un’analisi pragmatica di Stalin di voler creare un avamposto socialista in Medio Oriente.
Non è la scelta filantropica di dare un paese in cui vivere al popolo ebraico, ma la decisione di un capo di stato di creare delle opportunità per aumentare la propria influenza.
Come mai Stalin ha prima appoggiato Israele e a poi osteggiato con tutte le sue forze la migrazione ebraica dall’Unione Sovietica."
Bidussa ha concluso ricordando il credo di Machiavelli secondo cui in politica le scelte non si basano sui sentimenti ma sui ragionamenti.
Siamo sicuri che valga solo in politica? "
Passiamo ad un'altra riflessione, il libro di Georges Bensoussan:
“La memoria distorta minaccia Israele”
a firma sempre di Daniel Reichel :
"Lo Stato di Israele è davvero nato per compensare il popolo ebraico della tragedia della Shoah?
E’ vero che lo Stato ebraico deve la sua creazione alla compassione del mondo occidentale per il genocidio dei sei milioni?
E’ vero che il mondo arabo era senza responsabilità rispetto al genocidio?
Quale evento può confermare la teoria del senso di colpa degli Stati europei?
Non è stata forse la Gran Bretagna ad astenersi nel 1947 dal votare per la creazione dello Stato di Israele, fa notare lo storico.
E sempre la Gran Bretagna ha limitato l'immigrazione in Palestina, provocando la morte di migliaia di ebrei nei campi di concentramento (gli Alleati conoscevano i campi di concentramento già dal 1942).
Ogni anno decine di migliaia di giovani israeliani partono per il viaggio della memoria ad Auschwitz, ogni soldato visita Yad Vashem; la tragedia oramai è diventata il più importante riferimento identitario per ashkenaziti, sefarditi, israeliani di destra quanto di sinistra.
Per concludere che se non vogliamo rischiare di delegittimarne l'esistenza "la legittimità di Israele non è la Shoah, ma Israele stesso”.
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Aggiungo del mio:
Anche il Vaticano, nel 1947 si oppose dal votare per la creazione dello Stato di Israele.
Signori miei, questa storia senza fine, è incominciata oltre 2000 anni fa!
E questo noi tutti lo sappiamo, ma talvolta ci limitiamo solamente a "mezzo-ricordarlo",
ed invece ritengo che bisogna piu che enfatizzarlo, farlo conoscere al pubblico dei "piu".
L'esistenza stessa dello Stato d'Israele è sempre stato, lo è tutt'ora, appesa alla decisione dei soliti 4 " moschettieri " - tanto per non offendere nessuno -.
Concludo: c'è piu libertà religiosa in Israele che in qualsiasi altra nazione del pianeta terra, ma neanche di questo se ne parla.............
Israele vivrà per sempre, e non deve sentire piu nessuno:
e mi auguro, che faccia le proprie scelte, sicuramente la via piu veloce a tutta questa tragedia creata dai "fratelli e dai cugini minori", in quanto ci chiamano "fratelli maggiori".
Alessandro Albore