Lasciamo lavorare in pace ancora un po' i bravi ingegneri persiani e molto presto tutta l'Europa sarà sotto tiro
I giornali hanno annunciato ieri che l'Iran ha lanciato con successo un missile terra-terra dalla gittata di 2000 kilometri circa. Non avendo a disposizione carte geografico/strategiche Ma solo cartoline, ho preso il mio vecchio atlante scolastico e ho usato le dita come compasso. Sapete quali stati sono sotto la mira della bomba atomica che l'Iran si prepara a caricare su quel razzo? Be', Israele, innanzitutto, questo lo sappiamo, ma in Medio Oriente sono a portata della gentilezza degli ayatollah le capitali dell'Egitto, dell'Arabia Saudita, della Giordania, dell'Irak, del Libano e della Siria, oltre a tutti gli emirati; nel Caucaso tutti gli Stati, e anche Pakistan, Afganistan e un bel pezzo dell'India. E però sappiate che con un po' di buona volontà i missili iraniani possono arrivare a Mosca, Varsavia, Kiev, Atene, Sofia, Bucarest, Tirana, Budapest e fin quasi a toccare ilo territorio italiano dalle parti di Lecce. Lasciamo lavorare in pace ancora un po' i bravi ingegneri persiani e molto presto tutta l'Europa sarà sotto tiro. Ha ragione viceministro degli Esteri israeliano, Dany Ayalon, quando dice che questo "non cambia nulla per Israele sul piano strategico", già sotto tiro dalla generazione precedente dei missili iraniani, ma "dovrebbe preoccupare" l'Europa. Ecco: dovrebbe. In teoria. Se non fosse Eurabia. Ma gli iraniani sono "un'antica civiltà", come ha detto Obama; "gente pragmatica", secondo Roger Cohen editorialista del New York Times. Sapete qual è il sospetto peggiore: che l'amministrazione americana abbia rinunciato a impedire all'Iran l'accesso alle armi atomiche. Tanto l'America è lontana, perché finire nei guai come Bush. Dovremmo proprio preoccuparci. Non occorre amare Israele, basta capire che un nemico si è dato le armi per raggiungerci e non ha certo remore a usarle, che dovremmo proprio preoccuparci. Dovremmo.
Ugo Volli
PS: Bravo Frattini, che ha sospeso per la seconda volta la visita in Iran. Gli iraniani, per mostrare appieno la loro moderazione e il loro pragmatismo, avevano deciso di tenere l'incontro non a Teheran, ma nella base da cui è partito il missile intercontinentale, a Semnan. Ogni tanto Frattini sembra pensare anche lui che con gli iraniani non c'è altra strada se non cercare di cooptarli nel grande gioco; ma almeno ha dignità e si preoccupa