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ANSA Rassegna Stampa
14.05.2009 Matrimonio cristianesimo-islam, la ricetta di B-XVI direttamente dalle cucine vaticane
riproposta sull'agenzia nazionale

Testata: ANSA
Data: 14 maggio 2009
Pagina: 1
Autore: Giovanna Chirri
Titolo: «I muri si possono abbattere»

Come  riuscire a piacere a quasi tutti i media ? ecco la ricetta di Papa Benedetto XVI, elaborata nelle cucine vaticane, uno slow-food che più lento non si può, lasciato cuocere per più di duemila anni, il risultato è strepitoso. Naturalmente ANSA, e la sua inviata speciale, in questo matrimonio fra cristianesimo e islam, ci va a nozze.

» 2009-05-14 10:21

IL PAPA A NAZARETH, VEDE NETANYHAU

NAZARETH (ISRAELE) - Cristiani e musulmani respingano "il potere distruttivo dell'odio e del pregiudizio, che uccidono l'anima umana prima che il copro", edifichino "ponti" e trovino "modi per una pacifica convivenza". Lo ha detto il papa celebrando la messa a Nazareth, città quasi interamente araba, dove si sono registrate tensioni tra musulmani e cristiani.

RISPETTARE DIGNITA' DONNE
Bisogna rispettare la ''dignita''' delle donne, il loro ruolo di madri e il loro essere ''vitale presenza nella forza lavoro e nelle istituzioni della societa'''. Solo da cio' puo' nascere l'''ecologia umana'' indispensabile al mondo: un ''ambiente'' in cui i bimbi imparino ''ad amare e rispettare gli altri, ad essere onesti...'', e il ''perdono''. Lo ha detto il papa, nella messa che celebra a Nazareth davanti ad alcune decine di migliaia di fedeli. ''Nazareth - ha osservato Benedetto XVI nella ultima messa di questo viaggio in Terrasanta - ci ricorda il dovere di riconoscere e rispettare dignita' e missione concesse da Dio alle donne, come pure i loro particolari carismi e talenti. Sia come madri di famiglia, come una vitale presenza nella forza lavoro e nelle istituzioni della societa', sia nella particolare chiamata a seguire il Signore mediante i consigli evangelici di castita', poverta' e obbedienza, - ha detto - le donne hanno un ruolo indispensabile nel creare quella 'ecologia umana' di cui il mondo, e anche questa terra, hanno cosi' urgente bisogno: un ambiente in cui i bambini imparino ad amare e ad apprezzare gli altri, ad essere onesti e rispettosi verso tutti, a praticare le virtu' della misericordia e del perdono''.


Circa 25 mila persone si sono radunate sul monte Precipizio a Nazareth, dove tra breve Benedetto XVI celebrerà l'ultima messa del suo viaggio in Terra Santa. Provengono dell'Europa, dagli Stati Uniti e da diverse località israeliane e la polizia informa che molti di loro sono giunti già nella notte con il pullman. Bandiere vaticane e israeliane sventolano sulla recinzione che delimita l'area, capace di ospitare fine a 40.000 persone, tante sono le sedie messe a disposizione dagli organizzatori. Fra i presenti numerose famiglie, giovani e bambini che indossano i cappellini bianchi con lo stemma della città del Vaticano, che hanno 'colorato' tutte le messe pubbliche del Papa in Terra Santa. Alcuni striscioni riportano frasi in italiano e inglese, come "Benedetto colui che viene nel nome del Signore", mentre al grido di "Viva il Papa" uno speaker scalda la folla in attesa che arrivi Papa Ratzinger. Fra i jingle più cantati 'As we love John Paul II, Benedictus we love you, too'.


IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Il papa si trasferisce oggi in elicottero a Nazareth dove trascorrera' l'intera giornata e tra l'altro avra' un colloquio con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Nazareth e' la piu' grande citta' araba dello stato d'Israele ed e' il centro amministrativo della Galilea. La giornata si aprira' alle 10:00 con la messa che Benedetto XVI celebrera' al Monte del Precipizio, dedicata particolarmente all'anno per la famiglia che la chiesa cattolica aveva indetto per la Terra Santa e che si conclude oggi. Dopo il pranzo con gli ordinari di Terra Santa, con i francescani e con il seguito presso il convento dei francescani il Papa, nella stessa sede, avra' un incontro privato con il premier israeliano. Intorno alle 16:30 si trasferira' alla Basilica dell'Annunciazione per un saluto ai capi religiosi della Galilea. Subito dopo visitera' la grotta dell'Annunciazione e celebrera' i vespri con i vescovi, i preti, i religiosi e le religiose, i movimenti ecclesiali e gli operatori pastorali della Galilea. Intorno alle 19:00 il Papa si spostera' in elicottero a Gerusalemme.



I MURI SI POSSONO ABBATTERE
(dell'inviata Giovanna Chirri)

BETLEMME - Il muro, dice il papa, ha portato palestinesi e israeliani a un ''punto morto'', ma ''i muri si abbattono''. E ancora, le vittime del ''conflitto di Gaza'', la sofferenza dei profughi e il diritto al ritorno. La ''tentazione del terrorismo'' che soprattutto i giovani devono respingere. L'appoggio della Santa Sede al diritto del popolo palestinese ad avere una patria. L'impegno che la comunita' internazionale deve mettere per sbloccare il negoziato.

Alla vigilia dell'incontro che avra' a Nazareth con il premier israeliano Benjamin Nethanyahu il papa a Betlemme ha affrontato con chiarezza l'intera questione palestinese, dicendo parole precise su tutti i nodi del problema. A Betlemme ha trascorso, dira' congedandosi, ''uno dei giorni piu'
memorabili''. Ha incontrato il presidente Abu Mazen, ha celebrato la messa, alla quale hanno partecipato anche 48 fedeli da Gaza, i soli ad aver ottenuto il permesso; ha visitato il campo di Aida dove vivono cinquemila tra cristiani e musulmani, e ha ascoltato in udienze private la voce di tre gruppi di cristiani, da Gerusalemme, Betlemme e Gaza.

Ad Aida, tra gli striscioni che inneggiavano al ritorno dei profughi nelle loro case e terre, con alle spalle una delle garitte del muro che divide la Cisgiordania da Israele, anche l'incontro con i figli di alcuni palestinesi prigionieri, come a Gerusalemme aveva parlato con il padre e la madre del soldato israeliano Shalit.   

Passato attraverso il check-point alla porta di Rachele, Benedetto XVI e' stato accolto da una folla festante di pellegrini, moltissimi anche europei, e nel discorso di benvenuto ha messo sul tavolo alcuni concetti che pochi secondi  dopo gia' rimbalzavano sui siti israeliani.

Prima del papa il presidente Abu Mazen ha denunciato la ''occupazione israeliana'' e il muro che crea ''apartheid''. Ad Aida il presidente ha rincarato la dose, definendo la striscia di Gaza ''una prigione'' e denunciando il ''metodico processo'' con cui Israele sta ''cancellando l'esistenza degli arabi,
musulmani e cristiani''.

Il papa e' dunque entrato senza alcuna diplomazia nelle questioni aperte: ''soffro'' con chi ha perso i propri cari nel ''recente conflitto di Gaza'', sono con i profughi e con chi anela a tornare nella sua casa, giovani non cedete al  ''terrorismo'', la Santa Sede appoggia il diritto dei palestinesi a uno Stato sovrano, nella sicurezza e nella giustizia, ''entro confini internazionalmente riconosciuti''.   Quella che e' da sempre la posizione della Santa Sede per la pace tra israeliani e palestinesi, riaffermata davanti alla residenza presidenziale, ha rivelato tutta la preoccupazione del papa sulle possibili derive di guerra se non si dara' una svolta in tempi rapidi. Le parti, ha auspicato, superino le antiche  ostilita', vadano ''oltre le recriminazioni'', altrimenti ci sara' lo ''stallo delle trattative'': ci vuole ''coraggio'', ma anche ''immaginazione'' per costruire la pace.

I palestinesi hanno accolto con calore il papa, Abu Mazen ha esaltato l'importanza storica della giornata, Hamas ha minimizzato definendo non nuovi i concetti espressi da Ratzinger, ma ha comunque riconosciuto l'importanza di questa visita.

Il sito del Jerusalem Post ha rimarcato che Benedetto XVI ''e' stato fotografato sotto il muro'', cosa che il governo israeliano ha tentato in tutti i modi di evitare, tra l'altro impedendo la costruzione di un palco a ridosso dei chilometri di cemento che si incuneano tra le case e nella vita dei
palestinesi. I cristiani palestinesi, all'inizio perplessi sulla opportunita' del viaggio papale a pochi mesi dal conflitto di Gaza per il timore che Israele lo sfruttasse a proprio vantaggio, hanno sentito con soddisfazione le parole dirette del papa, che ha ribadito la sua battaglia di giustizia su profughi, guerra, insediamenti e Stato palestinese, pur non essendo suo il compito indicare i mezzi concreti per realizzarla.
   La palla passa ora ai leader, anche al falco Nethanyahu, ma non sono a volte i falchi a fare la pace?

La giornata di Benedetto XVI ha avuto anche momenti piu' rilassati, come quando nel Caritas Baby Hospital ha preso in braccio un bimbo nato prematuro e ha visitato le stanze dei piccoli degenti. A fine giornata e' apparso affaticato, e non solo per i ritmi, ma anche per la tensione di questo viaggio.

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redazione.internet@ansa.it

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