Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/05/2009, a pag. 14, l'articolo dal titolo " Il boia di Sobibor nel carcere di Hitler ".
BERLINO — John Demjanjuk nella prigione di Adolf Hitler. Il boia di Sobibor, estradato ieri in Germania dagli Stati Uniti, è stato rinchiuso nel penitenziario di Stadelheim, a Monaco di Baviera, dove il futuro Führer fu rinchiuso dal 24 giugno al 27 luglio 1922, in seguito a una condanna a tre mesi di reclusione per sovversione. Grazie alla buona condotta ne scontò solo uno. Non è detto che Demjanjuk, 89 anni, rimarrà più a lungo dietro le sbarre: saranno i medici a stabilire se le sue condizioni sono compatibili con la carcerazione. Il procuratore capo di Monaco di Baviera, Manfred Nötzel, ha dichiarato che il boia di Sobibor è stato visitato da un’équipe di sanitari ed è già stato nominato il perito chiamato a decidere se Demjanjuk è in grado di assistere al processo che lo attende. A Demjanjuk è stato letto in prigione il mandato di arresto di 21 pagine con l’accusa di concorso nell’omicidio di 29mila persone, emesso dalla procura di Monaco il 10 marzo scorso. Le procedure e le analisi mediche — Demjanjuk soffre di una grave malattia del midollo spinale e ha seri problemi renali e di natura reumatica — potrebbero richiedere anche alcune settimane. Se sarà processato, il presunto boia di Sobibor rischia una pena da 3 a 15 anni, ma anche nel caso di una sua eventuale assoluzione, Demjanjuk dovrà finire i suoi giorni in terra tedesca, poiché gli Stati Uniti si rifiutano di riaccoglierlo.
Il difensore del presunto criminale nazista, Günther Maull, ha duramente polemizzato con le autorità tedesche, spiegando che se alla fine i medici stabiliranno che non è in condizioni di assistere alle udienze in tribunale, «il processo deve essere archiviato, con il risultato che ci abbiamo guadagnato un vecchio da assistere, con le spese che finiranno sulle spalle dei contribuenti tedeschi». «Gli Usa non vogliono riprenderlo — ha aggiunto — e nessun altro Stato lo vuole, poiché è apolide ».
Il presidente della Comunità ebraica tedesca, Charlotte Knobloch, ha chiesto di avviare il processo in tempi brevi, perché «ciò che conta adesso è di fare tutto il possibile sul piano giuridico per portare al più presto Demjanjuk in tribunale: non si tratta di mettere in mostra una persona anziana, ma di ribadire che la giustizia ha la mano lunga».
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