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La Stampa Rassegna Stampa
13.05.2009 Obama punta su McChrystal per la guerra in Afghanistan
La cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 13 maggio 2009
Pagina: 15
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «In Afghanistan diventa guerra di comando»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 13/05/2009, a pag. 15, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " In Afghanistan diventa guerra di comando ": 

Uccisioni mirate, blitz, trucchi, pedinamenti hitech, agguati, droni coordinati con i commando e spie: ecco cosa c’è nel carnet di Stan McChrystal, l’ex capo delle truppe speciali che catturarono Saddam Hussein ed eliminarono Al Zarqawi, al quale Barack Obama ha affidato la guida della guerra in Afghanistan. Per tentare di prevedere come cambierà la campagna militare contro i taleban e Al Qaeda bisogna ascoltare Bob Woodward e Seymour Hersh, ovvero due delle persone che più sono riuscite ad avvicinare McChrystal durante gli ultimi cinque anni passati a guidare il «Joint Special Operations Command », ovvero il comando da cui dipendono le truppe speciali, a cominciare dalla Delta Force. Woodward, il giornalista del «Washington Post» che co-firmò il Watergate, ha avuto con McChrystal il colloquio dal quale ha tratto la convinzione che David Petraeus è riuscito a piegare la guerriglia di Al Qaeda in Iraq grazie a un’«arma segreta». Mantenendo l’impegno preso, Woodward non l’ha mai descritta nei dettagli, limitandosi a parlare di «un metodo per incrociare alta tecnologia e informazioni di intelligence raccolte da esseri umani» grazie al quale l’esercito americano «vede senza ostacoli». Fu così che il 7 giugno 2006 venne individuato il rifugio di Abu Musab Al Zarqawi, capo di Al Qaeda in Iraq, a Nord di Baqubah dove fu eliminato da un raid aereo. Mc- Chrystal fu il regista tanto della caccia all’uomo che dell’eliminazione, e volle andare fra le macerie della casa distrutta per verificare di persona l’identità del terrorista, firmando un’esecuzione mirata della quale l’allora presidente George W. Bush gli diede pubblico merito pronunciando il nome di un generale fino a quel momento nell’ombra, al punto da non avere neanche un indirizzo di casa. La tesi di Woodward è che l’«arma segreta» di McChrystal serve ora al Pentagono sullo scacchiere afghanopakistano per provare a chiudere la partita con Osama bin Laden, Ayman al-Zawahiri, il mullah Omar e i loro colonnelli. Ciò significa che sarà il network composto da droni, spie, satelliti e commando l’«arma preferita per combattere». Seymour Hersh, reporter investigativo del «New Yorker» con solidi legami nell’intelligence, definisce il metodo di operare di McChrystal come l’«executive assassination wing» (unità esecutiva assassinii) delle truppe speciali, attribuendone la creazione all’ex vicepresidente Dick Cheney che la volle per condurre «operazioni speciali » senza dover ascoltare troppo le gerarchie del Pentagono. Forse non a caso quando Robert Gates, ministro della Difesa, ha spiegato la scelta di sostituire David McKiernan alla guida della guerra afghana lo ha definito un «generale tradizionale» troppo intento a seguire procedure e rispettare gerarchie, mentre ciò che serve contro i taleban è un leader che «prende iniziative ». I circa 70 mila uomini che da settembre McChrystal avrà ai suoi ordini - la metà di quelli in Iraq - daranno dunque la caccia ai jihadisti con i metodi dei berretti verdi che il Pentagono definisce «special ops» (operazioni speciali) e Hersh ha ribattezzato «black ops» (operazioni nere) considerandole oltre la soglia della legalità. Tanta autonomia d’azione a volte ha giocato dei brutti scherzi a Mc- Chrystal, come avvenne quando dovette punire una dozzina di suoi uomini in Iraq per i metodi duri applicati negli interrogatori dei detenuti e quando attribuì all’«incessante fuoco nemico» la morte in Afghanistan del campione di football Pat Tillman che era invece stato ucciso da fuoco amico. Ma per lo stratega Anthony Cordesman si tratta di scivoloni che nulla tolgono al fatto che «quando ci si trova a combattere stando in bilico c’è un unico generale americano capace di farlo, Stan McChrystal».

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