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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.05.2009 Sergio Romano predica bene e razzola male
Non tenta nemmeno di nasconderlo

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 maggio 2009
Pagina: 27
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Le parole di Berlin»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/05/2009, a pag. 27, la risposta di Sergio Romano ad un lettore dal titolo " Le parole di Berlin ".
Berlin è stato un grande sionista, ma, contrariamente a quanto scrive Romano, non si è mai avvicinato a Peace Now.
Per quanto riguarda la frase conclusiva della risposta (" 
È possibile am­mirare l’opera di un popolo senza chiudere gli occhi di fron­te agli errori politici dei suoi go­verni. ") siamo d'accordo. E' un principio corretto. Peccato che Romano non lo applichi mai quando scrive i suoi articoli carichi d'odio per Israele.
Ecco l'articolo:

Le parole di Berlin

Caro Romano, sa perché lei parla di Israele sempre in termini poco affettuosi? Per una ragione semplice eppure potentissima. Per spiegarla ad una mentalità quale la sua, ostinatamente realista senza possibilità di redenzione,
userò le splendide parole di Berlin che spero vorrà pubblicare, per dare l’opportunità ai lettori che non lo conoscono di apprezzarne la grandezza: «Israele non è un esperimento su larga scala.
Ma la sua storia confuta numerose teorie deterministiche del comportamento umano.
Israele rimane una testimonianza vivente del trionfo dell’idealismo e della forza di volontà degli uomini sulle presunte leggi inesorabili dell’evoluzione storica. E mi sembra che questo vada ad eterno onore della razza umana». Meditate, gente....


Massimo Bassetti




Termini poco affettuosi? Non avrei alcuna difficoltà a sottoscrivere le parole di Isaiah Berlin. Il grande studioso bri­tannico non accettò l’invito a trasferirsi in Israele che gli fu indirizzato, in momenti diver­si, da Ben Gurion, Abba Eban e dal sindaco di Gerusalemme Teddy Kolleck. Ma volle mani­festare la sua adesione agli idea­li dello Stato israeliano compe­rando una piccola casa nel cam­pus di una fondazione di Geru­salemme che custodisce, tra l’altro, la carrozza con cui il grande filantropo Moses Mon­tefiore fece uno dei suoi sette viaggi in Palestina. Berlin fu sionista, ma si avvicinò, verso la fine della sua vita, alle posi­zioni del movimento israeliano «Peace now». È possibile am­mirare l’opera di un popolo senza chiudere gli occhi di fron­te agli errori politici dei suoi go­verni.

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