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La Stampa Rassegna Stampa
11.05.2009 Un piano di miglioramento urbanistico di Gerusalemme
Ma Baquis presta fede a chi immagina un complotto

Testata: La Stampa
Data: 11 maggio 2009
Pagina: 11
Autore: Aldo Baquis - La redazione della Stampa
Titolo: «Gerusalemme più ebrea a colpi di parchi biblici - Lanciato un razzo in territorio israeliano»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 11/05/2009, a pag. 11, l'articolo di Aldo Baquis dal titolo " Gerusalemme più ebrea a colpi di parchi biblici "  e la breve dal titolo " Lanciato un razzo in territorio israeliano " preceduti dal nostro commento. Ecco gli articoli

Aldo Baquis : " Gerusalemme più ebrea a colpi di parchi biblici "

Il titolo fa credere al lettore che il piano di costruzione di nove parchi a Gerusalemme sia una strategia per inglobare in Israele anche la parte araba di Gerusalemme. In realtà, leggendo l'articolo di scopre che " Ci saranno investimenti in grande stile,  si creeranno migliaia di nuovi posti di lavoro, a Gerusalemme Est saranno edificate 13 mila nuove case, e notevole impegno sarà profuso nella difesa dell’ambiente. Ai margini di rioni residenziali si faranno anche cinque nuovi parchi, «più» vasti dell’intera Tel Aviv. Saranno quelli i nuovi «polmoni» della città.". Insomma, non è un piano di invasione, ma un piano di miglioramento urbanistico. Ma Baquis riferisce il tutto dando più rilievo a chi critica il progetto.  Ecco l'articolo:

Il progetto ha un sapore di fascino antico. Prevede l’allestimento attorno alle mura della Città Vecchia di Gerusalemme di una serie di parchi di carattere archeologico, con evidenti riferimenti al periodo biblico. Il tutto unito a itinerari per escursionisti, nel panorama mozzafiato fra la Gehenna (in ebraico: Gay ben-Hinnom) - un dirupo dove in tempi remoti si sacrificavano bambini al dio Baal - fino alla morbida altura del Monte degli Ulivi, e anche oltre. Ad esempio: il Monte Sion, la piscina di Siloe, la grotta di Zidkiyahu: l’ultimo re di Giudea che scappò a perdifiato da Gerusalemme per non cadere prigioniero dei soldati persiani. Una vera scorribanda fra pagine di storia millenarie.
In tutto, sono previsti nove «parchi biblici». Un progetto dunque di ampio respiro, di cui gli israeliani sono stati edotti solo ieri dalla lettura dei giornali. Secondo una Ong israeliana solitamente ben informata su questioni urbanistiche, Ir-Amim (Città delle Nazioni), il governo ha deciso di agire nell’ombra. Probabilmente, suppone la Ong, per non irritare i negoziatori palestinesi che avevano invece avuto ragione di credere, durante i prolungati negoziati con Ehud Olmert e con Tzipi Livni, che quell’area nota come il Santo Bacino dovesse (o almeno potesse) rientrare nel settore palestinese di Gerusalemme.
A Ir-Amim risulta che la decisione di allestire i «parchi biblici» a Sud e a Est delle mura della Città Vecchia risale addirittura al settembre 2005, ossia al governo di Ariel Sharon: due anni prima della conferenza di Annapolis. Secondo la organizzazione ogni anno a favore del progetto sono stanziati almeno 75 milioni di shekel, 15 milioni di euro.
Proprio questa settimana il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha presentato un ambizioso progetto per rilanciare la sua città nei prossimi 20 anni: sia nel settore ebraico che in quello arabo. Ci saranno investimenti in grande stile, ha previsto, si creeranno migliaia di nuovi posti di lavoro, a Gerusalemme Est saranno edificate 13 mila nuove case, e notevole impegno sarà profuso nella difesa dell’ambiente. Ai margini di rioni residenziali si faranno anche cinque nuovi parchi, «più» vasti dell’intera Tel Aviv. Saranno quelli i nuovi «polmoni» della città.
In termini generali, un portavoce del Municipio ha ribadito che «Gerusalemme è stata la capitale del popolo ebraico per 3000 anni e resterà la capitale riunificata di Israele». «Sotto la sovranità israeliana - ha aggiunto - i Luoghi Santi delle varie fedi sono protetti. Il governo continuerà a sviluppare Gerusalemme, per il bene della sua composita popolazione».
Ma agli occhi dei palestinesi i progetti rivelati da Ir-Amim confermano il sospetto, già ben radicato, che Israele voglia a tutti i costi esaltare il carattere ebraico della città. Oltre a «travisare» il carattere storico della città, essi potrebbero significare nuove requisizioni di terre ed espropriazioni. Da Ramallah le proteste dell’Anp sono ormai sempre più elevate: «Non accetteremo le espropriazioni di terre e case palestinesi», ha ribadito il premier Salam Fayad. Le correnti islamiche sono ancora più esasperate: «La Moschea al-Aqsa è in pericolo», ha esclamato la settimana scorsa lo sceicco Raed Sallah, leader del Movimento islamico in Israele, anche per via degli scavi archeologici alle pendici del Monte del Tempio (Spianata delle Moschee). Sallah ha anche denunciato la «colpevole acquiescenza» del mondo arabo che invece dovrebbe adesso, a suo parere, mobilitarsi per vanificare i progetti israeliani.

" Lanciato un razzo in territorio israeliano "

Ieri è stato lanciato un razzo dalla Striscia di Gaza verso Israele, ma l'unico quotidiano a riportare la notizia oggi è stata La STAMPA e solo in una breve. Se fosse stato il contrario?

Ieri alcuni miliziani hanno lanciato un razzo dalla Striscia di Gaza contro il territorio dello Stato di Israele ma non si lamentano né vittime né danni materiali. È quanto ha annunciato un portavoce militare a Gerusalemme, senza precisare la zona colpita nell’attacco. Dalla fine dell’operazione Piombo Fuso (27 dicembre 2008-18 gennaio 2009), secondo i militari israeliani sono stati più di 200 i razzi palestinesi lanciati contro lo Stato ebraico. Le forze israeliane hanno puntualmente risposto ai lanci con raid aerei sulla Striscia di Gaza.

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