Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Roxana Saberi: oggi inizia il processo d'appello La giornalista americana è detenuta in carcere da 99 giorni, accusata di spionaggio dal regime iraniano
Testata: Corriere della Sera Data: 10 maggio 2009 Pagina: 16 Autore: Viviana Mazza Titolo: «Iran, Roxana in tribunale per l’appello»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/05/2009, a pag. 16, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo " Iran, Roxana in tribunale per l’appello ":
Dopo 99 giorni nella prigione di Evin, 13 dei quali in sciopero della fame (sospeso lunedì), Roxana Saberi dovrebbe apparire oggi alle 9 del mattino davanti alla Sezione 17 della Corte d’appello di Teheran. La Corte riesaminerà la condanna della giornalista irano-americana a 8 anni di carcere per spionaggio in favore degli Stati Uniti. Americana in chador (nero a fiori bianchi, la sua divisa da prigioniera), col suo lavoro Roxana cercava di promuovere i rapporti tra i due mondi cui appartiene, gli Stati Uniti e l’Iran. Ma è stata usata proprio da chi è contrario alla ripresa del dialogo tra i due paesi, nemici da 30 anni. L’avvocato Khorramshahi punta su un documento di 15 pagine per difenderla: è ottimista. Pubblico e stampa non saranno ammessi in aula (ma vi potrebbero essere rappresentanti dell’Ordine degli avvocati). Le associazioni per la libertà di stampa chiedono un processo trasparente. Digiunano per solidarietà 380 volontari di tutto il mondo. Il caso, tuttavia, è politico, dicono gli esperti. Roxana è una pedina di una partita politica legata all’elezione di Obama negli Stati Uniti e alle prossime elezioni iraniane del 12 giugno. Era in Iran dal 2003. Le sue credenziali di giornalista erano scadute nel 2006, ma è stata arrestata solo adesso. «Bisogna chiedersi: 'Chi ne trae beneficio?' », dice al telefono da Toronto Ramin Jahanbegloo, 47 anni, filosofo iraniano con cittadinanza canadese che come Roxana fu arrestato, accusato di spionaggio e rinchiuso a Evin nel 2006. Era un importante attivista in Iran benché non schierato politicamente («essere filosofo vuol dire essere dissidente »). Dopo oltre quattro mesi di interrogatori, in isolamento, senza avvocato, fu liberato dopo un appello di 400 intellettuali e dell’Ue. E’ convinto che accadrà lo stesso a Roxana, come lui un «obiettivo facile». «Le autorità usarono il mio arresto per fare pressione sulla società civile, porre fine ai contatti tra iraniani e mondo esterno. Allora c’era la Rice che parlava di rivoluzione di velluto». Ora c’è Obama a Washington. «E’ stata accusata di spionaggio subito dopo che Obama offrì agli iraniani un 'nuovo inizio' - dice il filosofo - . Khamenei e Ahmadinejad per ora frenano sul dialogo. Continuano la partita di poker condotta con Bush perché credono di avere ottime carte in mano: Hamas, Hezbollah, gli sciiti in Iraq. E anche col caso Saberi i conservatori si mettono in posizione di forza. Ha portato a un passo indietro nei progressi diplomatici. Ma alla fine verrà rilasciata. L’importante è che Obama non ceda ai falchi di Washington che gli chiedono di chiudere il dialogo». Il 12 giugno i due sfidanti «riformisti » contro Ahmadinejad alle presidenziali — il religioso Karroubi e l’ex premier (poi artista) Mousavi, registratisi ieri — promettono il «cambiamento »: apertura agli Usa e lotta a disoccupazione e inflazione. Nonostante la gestione disastrosa, Ahmadinejad «può vincere, se lo appoggia Khamenei», dice Jahanbegloo. Ma Mousavi potrebbe rivelarsi l’Obama iraniano. O per lo meno hanno tre cose in comune. «E’ un centrista: attira sia riformisti che conservatori ». Potrebbe vincere puntando sull’economia. «Da premier, durante la guerra Iran-Iraq, nonostante le sanzioni, riuscì ad andare avanti per anni: le sue promesse sono credibili ». Inoltre: «Vincerà se saprà mobilitare i giovani: 25 milioni di elettori. La loro assenza alle urne nel 2005 decise la vittoria di Ahmadinejad».
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