Due brevi dalla STAMPA di oggi, 09/05/2009. La prima a pag. 15, riferisce della conferma americana che la Siria è ancora considerata uno stato canaglia, il che ci fa comprendere come Israele non abbia alcuna intenzione di trattare sul Golan. La seconda, a pag.17, che Ahmadinejad si ricandida per un secondo mandato, La notizia, probabilmente Ansa, include i suoi avversari fra i " moderati". E dire che noi non ci siamo mai accorti che esistessero differenze fra di loro, semmai ci siamo sempre chiesti se potesse esistere una classifica fra chi fosse il più delinquente e sanguinario.
Washington conferma le sanzioni alla Siria
Nel nuovo corso delle relazioni internazionali lanciato da Barack Obama, la Siria resta per il momento al palo. L’amministrazione americana ha rinnovato le sanzioni che gravano sulla Siria dal 2005, quando l’assassinio a Beirut del premier libanese Rafik Hariri fecero precipitare i rapporti tra le due nazioni. Ieri il portavoce del Dipartimento di Stato, Robert Wood ha annunciato, all’indomani della visita di due emissari statunitensi a Damasco (la seconda nel giro di pochi due mesi), che le misure contro il Paese guidato da Bashar Assad erano state confermate.
«Il presidente Barack Obama ha ritenuto che fosse necessario agire in tal modo - ha detto il portavoce -. Questo evidenzia il fatto che continuiamo ad avere forti inquietudini nei riguardi dell’atteggiamento della Siria e nei confronti delle sue azioni». Il portavoce Usa ha poi citato in modo esplicito «il sostegno ai gruppi terroristi». «Desideriamo incoraggiare la Siria a svolgere un ruolo positivo in Medio Oriente», ha aggiunto. Nello stesso tempo ha confermato la volontà degli Stati Uniti di «avviare un dialogo» con Damasco. Ma la prossima mossa, secondo Wood, tocca alla Siria. Anche se gli Stati Uniti della nuova amministrazione hanno mostrato a più riprese la volontà di migliorare le relazioni con la Siria - un regime annoverato per anni tra gli «Stati-canaglia» - il rinnovo delle sanzioni mostra che Washington non è ancora pronto per un drastico cambio di rotta. La motivazione addotta dall’amministrazione Obama, è il sospetto che Damasco continui a sostenere i movimenti estremisti nella regione (l’Hezbollah libanese in testa).
Anche da Israele non arriva nessun segno di distensione. Ieri il primo ministro, Benyamin Netayahu, in dichiarazioni rilasciate ad alcune testate israeliane in lingua russa e riprese dai media online, ha dichiarato che Gerusalemme non ha alcuna intenzione di restituire le alture del Golan alla Siria. «Rimanere sul Golan ci assicura un vantaggio strategico chiave in caso di conflitto militare con la Siria», ha precisato il premier, avvertendo di essere deciso a non cedere su questo punto, come su ogni punto ritenuto «critico per la sicurezza nazionale», anche di fronte al nuovo presidente americano, Barack Obama.
Ahmadinejad si ricandida
Il presidente iraniano in carica, Mahmoud Ahmadinejad, ha ufficialmente presentato ieri la sua candidatura (foto) per un secondo mandato, in vista delle presidenziali del 12 giugno. I principali rivali di Ahmadinejad potrebbero essere l’ex presidente riformista del Parlamento, Mehdi Karrubi, l’ex premier Mir Hossein Musavi, conservatore moderato, e l’ex comandante dei Pasdaran, Mohsen Rezai.
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