Pubblichiamo questa lettera che, nelle intenzioni dell'autore, doveva rimanere privata, in quanto IC non pubblica scambi fra i lettori. Ma l'argomento. oggetto di frequenti lettere che riceviamo, e la completezza delle informazioni che lo scrivente fornisce, ci spinge a trasgredire la nostra stessa regola. Quanto vi è contenuto è di estremo interesse, e ringraziamo Dario Bazec per avercene dato comunicazione.
Gentile Signora,
La Redazione di Informazione Corretta mi ha
cortesemente inviato per le vie brevi una sua e-mail, nella quale lei
mi rivolge delle critiche ben precise.
Bene ha fatto detta Redazione,
in quanto il servizio che offre con la rubrica “Dite la vostra” non mi
sembra sia un’arena, nella quale i contendenti dibattono i loro punti
di vista. Specialmente se da una parte sono errati e preconcetti.
In
buona sostanza le obiezioni che lei mi fa si possono ridurre ai
seguenti due punti:
1. “Bazac (recte: Bazec) conosce male le norme di
diritto canonico”.
2. “Ho letto la lettera di Bazac (recte: Bazec):
vorrei puntualizzare che le beatificazioni le fanno i teologi e non i
politici e che il pontificato di Pacelli è durato quasi vent'anni e
non
si può guardare solo il periodo dell'Olocausto. Manca una visione
d'insieme riguardo questo Papa, di cui si sa troppo poco. I maligni
dicono che gli ebrei muovono le accuse a Pacelli in base a pregiudizi
nei confronti della Chiesa e che il loro giudizio non può essere
obiettivo.”
Alla prima obiezione rispondo che in quanto a conoscere
male alcune cose, ci troviamo in buona compagnia: praticamente due
zoppi che si sostengono a vicenda. In realtà non so in base a quale
titolo lei fa simile asserzione: Certo, io non sono un canonista e
cerco di aggiornarmi sulle norme ecclesiastiche. E in quanto alla
legislazione vigente per le cause dei santi esiste un documento della
Santa Sede che le invio in allegato. Ma su questo entrerò nei
particolari nella risposta alla seconda obiezione.
Alla seconda
obiezione risponderò in modo più articolato:
a) “Vorrei puntualizzare
che le beatificazioni le fanno i teologi e non i politici.” Su questo
punto cercherò di essere il più sintetico possibile, perché ogni causa
di beatificazione ha la sua storia. In linea generale si può però dire
che la santità di una persona è testimoniata dal popolo di Dio, che ha
conosciuto quella persona. Quindi è un movimento che parte dai fedeli,
più precisamente da quelli che hanno conosciuto direttamente quella
persona. Si raccolgono allora i documenti, le testimonianze, ecc., così
come è specificato nel documento allegato. Solo successivamente
intervengono i teologi, che, sulla base di quanto il postulatore cerca
di dimostrare, si pronunciano prima sull’eroicità delle virtù, ecc.
sempre come da citato documento. A prova di ciò è bastato vedere cos’è
successo quando è deceduto Giovanni Paolo II. Da tutte le parti dell’
Europa e del mondo, senza che nessuno lo avesse richiesto, si sono
mossi più di due milioni di fedeli, soltanto per pregare un istante
dinnanzi alle spoglie di un Papa tanto grande. E i pellegrinaggio è
continuato e continua ancora!
b) “Il pontificato di Pacelli è durato
quasi vent'anni e non si può guardare solo il periodo
dell'Olocausto.”
E’ vero quanto lei asserisce, però proprio per il periodo della Shoah e
della 2° guerra mondiale in genere, bisogna essere ben attenti a non
sminuire le azioni di Pio XII, ma neppure a gonfiarle; inoltre è
possibile che sussistano delle responsabilità. Ma su questo scriverò al
paragrafo successivo. Inoltre bisogna considerare tutto l’arco della
vita di Eugenio Pacelli e non solo il periodo in cui fu Papa.
c) “Manca
una visione d'insieme riguardo questo Papa, di cui si sa troppo
poco.”
Questo è il punto dolente di tutta la questione. Come si può asserire
che una persona è santa, se di questa persona si sa troppo poco? Come
si può asserire che Pio XII ha esercitato le virtù (fede, speranza,
carità) in modo eroico, quando tutti i documenti sono ancora sigillati?
Qui bisogna essere ben precisi. La normativa allegata, in particolare
ai paragrafi 13 e 14, richiede che siano esaminati e pubblicati gli
scritti afferenti la persona da beatificare.
Non riesco a capire quale
difficoltà ci sia nel rendere pubblica tutta la documentazione.
Qualcuno ha detto che bisogna riclassificarla, ecc. Non mi pare
proprio. In qualsiasi Ente che funzioni tutti i documenti normali,
riservati, riservatissimi hanno un proprio registro di protocollo, che
rende facile la loro individuazione e il loro oggetto. Quindi non si
vede proprio cosa ci sia da riclassificare. Mons. Pagano, il vescovo
incaricato di ordinare le minute di Pacelli, quand’era segretario di
stato, sta appena mettendo mano a quei documenti riferentisi al 1930.
Quindi c’è tutto. Soltanto manca la volontà o il tempo di fare ciò che
è previsto dalla legislazione vigente. Sulla questione del tempo sono
però un po’ dubbioso. Non è da ieri che si parla della beatificazione
di Pio XII, ma dal 1963, quindi da 46 anni! E in questo tempo cosa si è
fatto? Si vuole forse imporre una beatificazione a scatola chiusa? Ma
la legge non è uguale per tutti o forse per qualcuno è più uguale? Come
si spiega che Giovanni XXIII è stato beatificato da papa Giovanni Paolo
II già il 3 settembre 2000 e di Pio XII la pratica sull’eroicità delle
virtù è stata recentemente avocata a sé da Benedetto XVI? Qualcuno mi
spiegherà come si è giunti alla conclusione che Pio XII ha esercitato
eroicamente le virtù, quando tutti i documenti sono ancora sigillati?
Come è stato fatto questo accertamento? Esiste una logica in questo
modo di procedere? I fedeli hanno diritto, sì o no, di essere
informati, non su singoli documenti, ma sulla totalità?
d) “I maligni
dicono che gli ebrei muovono le accuse a Pacelli in base a pregiudizi
nei confronti della Chiesa e che il loro giudizio non può essere
obiettivo.” A questo paragrafo ho già risposto precedentemente. Posso
solo aggiungere questo: chi asserisce quando scritto sub d)
effettivamente è maligno, proprio maligno.
Come vede, Gentile Signora,
non c’è nessun pregiudizio, anzi direi che è molto saggio procedere con
cautela, in quanto ci sono non poche cose da chiarire. Perché se si
agisce troppo frettolosamente si può dare un giudizio avventato e
quindi errato. Del resto chi ha proposto la beatificazione di Pio XII è
stato Paolo VI. Quindi spetta ai suoi successori l’onere della prova,
secondo la legislazione che i Papi hanno stabilito. Né più né meno.
Gradisca i miei più cordiali saluti
Dario Bazec