Questa lettera è stata inviata a PANORAMA, che ha pubblicato un articolo sull'argomento e all' OSSERVATORE ROMANO:
Caro Direttore,
si può anche dimostrare che Pio XII non fu il Papa di Hitler. Si può anche dimostrare che Pio XII salvò molti Ebrei, anche se non tutti. Sicuramente molti Ebrei furono salvati dai superiori o superiore di case religiose, che agirono senza aver consultato il Santo Padre, ma per “istinto cristiano”. Eppure per tanti di essi non è in atto la causa di beatificazione.
Tuttavia ciò di cui mi preme insistere è il modo differente di agire tra il Papa e Mons. Santin. Se il Papa salvò degli Ebrei, Mons. Santin lo fece pure lui. Ma non si limitò solo a questo. Innanzi tutto Santin, sin dall’approvazione delle famigerate “leggi razziali”, fu l’unico vescovo italiano che ebbe il coraggio di andare a protestare direttamente da Mussolini, e non solo per ricordargli le norme concordatarie, ma anche per fargli sapere che c’erano tanti Ebrei poveri. E solo dopo andò a riferire in Vaticano.
E non solo. Santin, fino a prova contraria, fu l’unico vescovo italiano che ebbe il coraggio (durante la festa patronale della diocesi di Trieste) di difendere gli Ebrei nell’omelia tenuta davanti a ufficiali nazisti e repubblichini; ufficiali nazisti, che erano tutti ex-austroungarici, che quindi sapevano l’italiano. Non cosnsta che ci furono più rappresaglie di quelle che già ci furono, in conseguenza della predica, che era una condanna. Eppure la Chiesa non si è mai sognata di aprire la causa di beatificazione per Mons. Santin, il quale, fra le altre cose, fu anche bastonato a sangue a Capodistria il 19 giugno 1947 da facinorosi comunisti. Facinorosi che, a quanto si dice, morirono tutti quanti entro un anno dal criminale oltraggio a un vescovo.
Trovo del tutto inutile continuare questa storia della beatificazione di Pio XII e dibattere intorno al problema, quando ancora gli archivi vaticano sono sigillati, contro la normativa vigente per la beatificazione di chicchessia; ossia che tutti gli scritti afferenti il beatificando devono essere resi pubblici. “Coram Deo non est acceptio personarum”. Ma evidentemente nella Chiesa c’è preferenza di persone, quelle di serie A, serie B, ecc.
A parer mio però c’è un altro fatto decisivo che non depone a favore di Pio XII. E’ noto che in occasione delle elezioni politiche o amministrative Pio XII volle che la Democrazia Cristiana facesse un blocco unico fino al Movimento Sociale Italiano, cioè i fascisti eredi delle Repubblica Sociale Italiana, al fine di arginare l’avanzata social comunista. De Gasperi si oppose a buon diritto, tenendo del tutto separato l’aspetto religioso da quello politico. E tale alleanza non ci fu, con piena adesione degli elettori italiani, che premiarono il coraggio di De Gasperi e della DC.
Pio XII si risentì e non volle più concedere udienza a De Gasperi, neppure in occasione del suo trentesimo anniversario di matrimonio. E sì che De Gasperi fu un cristiano fedelissimo, che peraltro lavorò anche alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Però ebbe il coraggio di separare la fede dalla politica. Ed ebbe ragione tanto sul piano pratico, quanto su quello teorico.
Ora, e penso non solo io, sarei infinitamente grato di sapere se esiste qualche teologo morale o spirituale o postulatore di cause di santi, che mi dimostri in modo inoppugnabile in che modo Pio XII ha esercitato l’eroicità delle virtù, fede, speranza e carità, non ricevendo De Gasperi almeno in occasione del suo trentesimo anniversario di matrimonio. E’ possibile che, agli occhi di Pio XII, De Gasperi sia apparso ostinato e abbia in qualche modo offeso il Papa.
Ma Gesù Cristo, alla domanda di Pietro se bisogna perdonare sette volte, non ha forse risposto che bisogna perdonare settanta volte sette (Mt. 18, 22)? Come aveva fatto Pio XII?!
Pace e bene
Dario Bazec