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La Repubblica Rassegna Stampa
04.05.2009 Il Papa sta per partire per il Medio Oriente
ma le invocazioni alla pace servono a poco. che pensa di Hamas ?

Testata: La Repubblica
Data: 04 maggio 2009
Pagina: 17
Autore: Marco Politi
Titolo: «'Preghiamo per i palestinesi' dal Papa un segnale a Israele»

Riportiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/05/2009, a pag. 17, l'articolo di Marco Politi dal titolo " 'Preghiamo per i palestinesi' dal Papa un segnale a Israele ".
Politi, riferendosi ad Avigdor Lieberman, scrive : "
Nei giorni scorsi il leader della destra laica israeliana aveva detto che a suo avviso «sono superati» gli accordi degli anni passati miranti alla creazione di uno stato palestinese".
Lieberman ha dichiarato di sentirsi vincolato alla Road Map, ma non ad Annapolis dal momento che la Knesset non l'ha mai adottato. In ogni caso sono gli arabi a non rispettare gli impegni presi: Abu Mazen si rifiuta di riconoscere Israele come Stato ebraico e il terrorismo non è stato arginato. Fin qui tutto bene.
Poi Politi cita l'operazione Piombo Fuso e scrive : "
Il Vaticano non ha dimenticato i bambini uccisi durante l´operazione «Piombo fuso» a Gaza e non dimentica che l´espandersi di colonie ebraiche nei Territori occupati viola il diritto internazionale e ferisce le prospettive di pace. La Santa Sede condanna il terrorismo islamico, ma respinge il rinvio di una soluzione definitiva di pace.". E Hamas ? nulla da dire ?
Ecco l'articolo:

CITTA´ DEL VATICANO - Papa Ratzinger manda un segno di solidarietà ai palestinesi e un avvertimento a Israele. «Preghiamo - dice ai pellegrini in piazza San Pietro - per le popolazioni afflitte di Terrasanta. In special modo vi chiedo di ricordare il popolo palestinese, che ha sopportato grandi privazioni e sofferenze».
Così il pontefice, che parte venerdì per la Terrasanta, fa capire al governo di destra insediatosi in Israele che il Vaticano respinge la posizione del ministro degli Esteri Lieberman, arrivato fra le polemiche ieri sera a Roma, prima tappa di un tour europeo. Nei giorni scorsi il leader della destra laica israeliana aveva detto che a suo avviso «sono superati» gli accordi degli anni passati miranti alla creazione di uno stato palestinese, ma ancora ieri il cardinale Kasper ha ribadito a nome del Vaticano il sostegno alla soluzione dei «due stati» e la ripulsa dell´antigiudaismo cristiano che favorì l´antisemitismo.
Papa Ratzinger si è preparato al viaggio con molta cura. Dev´essere - ha anticipato - una missione di «pace e riconciliazione». Allo Yad Vashem, il memoriale dell´Olocausto, ribadirà l´assoluta inconciliabilità della fede cristiana con l´antisemitismo. Ai suoi interlocutori - il re di Giordania, Peres, Netanyahu, Abu Mazen, i gran rabbini d´Israele e il gran muftì di Gerusalemme - chiederà una pace stabile e duratura. Ma, sebbene con parole equilibrate, Benedetto XVI arriverà con una precisa visione geopolitica.
La kefiah, accettata da una ragazza palestinese e indossata per un minuto all´ultima udienza generale non è stata un caso. Il Vaticano non ha dimenticato i bambini uccisi durante l´operazione «Piombo fuso» a Gaza e non dimentica che l´espandersi di colonie ebraiche nei Territori occupati viola il diritto internazionale e ferisce le prospettive di pace. La Santa Sede condanna il terrorismo islamico, ma respinge il rinvio di una soluzione definitiva di pace.
La colletta della messa papale del Giovedì santo è stata dedicata alla popolazione di Gaza. E appena dieci giorni fa il Vaticano ha firmato con la Lega araba un memorandum per il dialogo interreligioso e la «collaborazione in favore della pace, della sicurezza e della stabilità regionale e internazionale». Il Vaticano favorisce il piano saudita di pace fra gli arabi e vuole lo stato di Israele nei confini del 1967.
Fulcro del viaggio papale sarà l´appoggio ai cristiani di Terrasanta. Benedetto XVI è preoccupato per l´emorragia della presenza cristiana. Ormai sono rimasti 50mila nei Territori palestinesi compresa Gerusalemme est e 120mila in Israele. «Farò loro sentire la vicinanza e il sostegno di tutta la Chiesa», ha esclamato ieri.
Qualche timore c´è nei confronti del fondamentalismo islamico. A Nazareth sono apparsi volantini antipapali e in Giordania il Fronte di azione islamica ha chiesto al governo di premere sul pontefice perché si scusi per aver provocato la «collera dei musulmani» con il discorso di Ratisbona.

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