Israele è circondato dall´amministrazione Clinton e dall´Eurabia
Cari amici, non so se oggi vi farò ridere. Vi voglio raccontare alcuni fatti freschi e rigorosamente veri, che però probabilmente non troverete sui giornali (o troverete solo in parte e occultati). Fatti conosciuti, pubblicati sui giornali israeliani, che fanno venire il mal di testa non solo a me, immagino, ma anche a Netanyahu e agli altri che hanno in mano il timone di Israele in questo momento.
Primo fatto: una riunione dei ministri degli esteri dell´Unione Europea ha dichiarato ieri il suo appoggio totale al piano americano per l´Iran: ""The EU warmly supports the new direction of US policy toward Iran, which opens a window of opportunity for negotiations on all aspects of Iran's nuclear program," The EU calls upon Iran to seize this opportunity to engage seriously with the international community ... to find a negotiated solution to the nuclear issue which will address Iran's interests, including the development of a civil nuclear power generation program," Cosa fa venire il mal di testa in questa dichiarazione di buona volontà tipicamente eurabiana? Questo: che la dichiarazione viene "dopo" che l´Iran ha dichiarato che di fronte all´iniziativa di Obama "ha in preparazione un nuovo pacchetto di proposte" (quante volte l´abbiamo sentita, questa?), ma che non intende assolutamente rinunciare all´arricchimento dell´uranio. Cioè parliamo, parliamo, ma intanto noi andiamo avanti verso l´atomica: comprare tempo con le parole.
Secondo fatto: l´amministrazione Obama sta facendo pressioni sul Congresso perché emendi la legge che proibisce di dare finanziamenti a governi cui partecipi Hamas. La settimana scorsa Hilary Clinton ha dichiarato a un comitato parlamentare: "We are doing that because we think, on balance, it is in the interest of the United States," non vogliamo "legarci le mani" nel caso in cui, come evidentemente vuole Obama, nasca un governo Hamas-Fatah. Per finanziarlo, non ci sarà bisogno che Hamas accetti il riconoscimento di Israele, la fine del terrorismo, il mantenimento dei patti firmati. Basterà che "the government that they are part of agrees to our principles." E´ la stessa distinzione, se ricordate, che qualche settimana fa fece Dahlen, ex "uomo forte" (si fa per dire) di Al Fatah a Gaza: l´Autorità Palestinese, disse, riconosce Israele, Al Fatah no e come forza della resistenza ci riserviamo il diritto di combattere fino alla vittoria finale. Tradotto in tedesco, si direbbe piuttosto fino alla "soluzione finale del problema ebraico.
Terzo fatto: E l´autorità Palestinese, che dice? Abu Mazen ha dichiarato ieri, in un discorso molto duro ("tough" per il "Jerusalem Post") che non si sogna affatto di riconoscere il carattere ebraico dello stato di Israele (è il principio di "due popoli" o "due nazioni" per due stati): ""It isn´t my job to define the state of Israel. All I know is that there is the state of Israel, in the borders of 1967, not one centimeter more, not one centimeter less. Anything else, I don't accept": una pillola doppiamente avvelenata, che chiude ogni possibilità di scambio territoriale e conta sugli effetti a lungo termine della "guerra demografica". Non accettare il carattere ebraico di Israele significa che gli ebrei se ne devono andare dalla Cisgiordania, mentre gli arabi in Israele debbono poter restare: uno stato judenrein e uno multinazionale. Inshallah, ragiona Abu Mazen, prima o poi gli ebrei andranno in minoranza o saranno convinti ad arrendersi anche dalla loro parte, con il consueto aiutino da parte dei pacifisti, e riavremo "tutta la Palestina", senza neanche bisogno della "resistenza" di tipini loschi come Dahlen. Nel frattempo, dice Abu Mazen, le trattative non possono neppure iniziare se Israele non molla gli insediamenti in Cisgiordania.
Quarto fatto, che non ha bisogno di commenti: in questi giorni la Turchia e la Siria stanno tenendo esercitazioni militari in comune: è la prima volta che uno stato della Nato si allena alla guerra non contro, ma insieme a uno stato canaglia. E´ uno sviluppo pericolosissimo, che modifica gli equilibri regionali.
Conclusione: Israele è circondato, sotto schiaffo dall´amministrazione Obama e dall´Eurabia che vorrebbero Israele cedesse, prima ancora di iniziare le trattative, il Golan, gli insediamenti, il principio dei due stati. Ma allora su cosa si tratterebbe poi? Sulla decisione se cedere Tel Aviv ad Hamas o a Hezbullah? E intanto l´opinione pubblica, in parte anche quella ebraica "illuminata", in America come in Eurabia e in Italia, è allarmata per il fatto che Israele sarebbe governata da "fascisti e razzisti", che non vedono la luce del profeta Obama...
Ugo Volli