Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 27/04/2009, a pag. 29, l'articolo dal titolo " Il libro di Magdi Cristiano Allam, dall’infanzia in Egitto alle battaglie contro l’Islam violento ".
Quand’era ragazzino, in Egitto, figlio di una musulmana che l’aveva mandato a studiare dalle suore e dai salesiani, ascoltava rapito alla radio i discorsi di Nasser e a quindici anni si ritrovò nel cortile della scuola cattolica, in cappello mimetico, a lanciare un coltellino contro il tronco di un albero vagheggiando di combattere contro «il nemico sionista». Era il 1967 e di lì a poco, racconta, a destarlo «dal sonno della ragione» ci avrebbe pensato il regime con «un feroce interrogatorio» e un soggiorno in cella come sospetta spia di Israele, il tutto per la «fidanzatina» che scoprì essere ebrea.
Ci sono giorni che condensano una vita, anche se Magdi Cristiano Allam di vite ne ha avute tante. O forse no, forse era tutto già scritto come dice nel suo nuovo libro, Europa cristiana libera, in libreria da domani per Mondadori. Anche la conversione del 2008 e il battesimo da Benedetto XVI, «sono stato cristiano prima ancora di rinascere nella fede in Cristo ». Anche la scelta di abbandonare il giornalismo dopo trentacinque anni e buttarsi in politica fondando un partito, Protagonisti per l’Europa cristiana.
È il suo primo libro da politico, un testo che ne riassume ragioni e programma, i temi ripetuti in centinaia di articoli e incontri pubblici. Eppure — di là dalla polemica radicale contro un islam considerato «fisiologicamente violento» e non riformabile, la «guerra di conquista » dichiarata dai «tagliagole » e «taglialingua» islamici, il «suicidio dell’Occidente » e «deriva etica» di un’Europa dimentica delle sue «radici giudaico-cristiane » — le pagine migliori sono quelle personali, capaci di gettare una luce anche sulle asserzioni più apodittiche.
Magdi Cristiano Allam comincia dall’ultimo giorno al «Corriere della Sera» , il congedo dal giornalismo. Come fossero le sue «Confessioni», la conversione gli fa rileggere i passaggi e le scelte della sua vita come un «lento percorso » tracciato dall’inizio. Il bambino che piange di notte in collegio, la madre a lavorare lontano per farlo studiare, e decide di reagire alla solitudine «tuffandosi nella vita»; il ragazzo che si ribella a dittatura e menzogne sognando di fare il giornalista o il politico («capo di Stato», già che c’era); lo studente egiziano arrivato a Roma per fare l’università. E infine i sogni realizzati: dal giornalismo sentito come «missione » verso le persone alla politica. «Verità e libertà», «fede e ragione », «valori e regole»: il libro è scandito dai binomi che fondano il suo impegno. Ci pensava da anni, scrive in un paragrafo intitolato «Il fallimento dei miei tentativi di fare politica con il centrodestra »: un incontro con Berlusconi e l’ipotesi di un ministero nel 2005; Ronchi, Fini e la possibilità di un «incarico governativo» nel 2008; un progetto sull’integrazione con Maroni. Ogni volta non ne ha saputo più nulla, «ti cercano solo se gli servi». Poi la scelta di fare da solo, lo sbarramento alle Europee e la «provvidenziale» intesa con l’Udc.
Allam spiega di essere «il civile più scortato d’Italia». E così «oltre cinque anni trascorsi da condannato a morte dai terroristi islamici » lo hanno portato ad «arrendersi all’evidenza» e concludere che «l’islam moderato non esiste ». Nel libro racconta dell’amicizia con Oriana Fallaci («fai attenzione », gli scrisse, «fai quel che faccio io, ovvero quello che mia madre mi ha sempre detto: devi avere gli occhi nel culo») e della lunga intervista che la scrittrice, insoddisfatta, non volle pubblicare. Su una cosa non era d’accordo con lei: «Dalla netta e totale condanna dell’Islam in quanto religione, dedusse la condanna implacabile e inappellabile dei musulmani in quanto persone. Un passaggio arbitrario». Allam, del resto, ricorda la madre come una «santa». Dice: «Sono totalmente contrario alle guerre di religione ». L’islam no, ma «si può essere musulmani moderati» e con loro «si può dialogare». Purché si rispettino «i diritti fondamentali dell’uomo». E il comando di Gesù, «ama il prossimo tuo come te stesso», sia applicato per intero. Poi conclude: «Sogno un’Europa che la smetta di odiare se stessa».
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