Ieri attentato vicino a una scuola femminile pakistana. Sono morti dodici bambini. Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/04/2009, a pag. 14, la cronaca di Cecilia Zecchinelli dal titolo " Una strage di bambini nel Pakistan talebano ".
Dodici bambini uccisi da una bomba che assomigliava molto a un pallone da rugby. L’avevano trovata per terra, vicino alla scuola elementare femminile, ci stavano giocando, poi l’esplosione. Poco altro si sa della strage di ieri a Luqman Banda, un povero villaggio di montagna nella reg ione di Dir, nord-ovest del Pakistan, confinante con la valle dello Swat che da febbraio è ufficialmente in mano ai Talebani e alla loro interpretazione della legge di Allah. «Sette bambini erano della stessa famiglia, cinque erano femmine, avevano tra i 5 e i 13 anni e lo scoppio ha ferito quattro adulti tra cui una donna», racconta l’unica voce che è riuscita a raggiungere i media pakistani, l’ufficiale di polizia Said Zaman. Che aggiunge prudente: «Non è ancora chiaro se è stato un atto di terrorismo premeditato o un caso». Più esplicito il premier pachistano Yousuf Raza Gilani: «Chi ha giocato con vite innocenti non scapperà alla collera di Allah né alla legge».
Non è certo la prima volta che il terrorismo degli Studenti di Dio colpisce le scuole femminili: per loro le bimbe possono studiare (il Corano) solo fino a otto anni, poi vanno chiuse in casa; la storia afghana pre 2001 lo insegna. E se è vero che di ordigni inesplosi le montagne tra Pakistan e Afghanistan sono piene, è anche vero che i talebani già vincitori nello Swat si stanno ora imponendo nelle aree vicine, con le armi contro i militari di Islamabad, con il terrorismo contro la popolazione. Il patto di febbraio (libera sharia in cambio della pace) non ha funzionato. «Nelle ultime due settimane la situazione è decisamente peggiorata» ha dichiarato il capo degli stati maggiori Usa, l’ammiraglio Usa Mike Mullen, in visita a Islamabad. «C’è l’assoluto bisogno di una leadership forte e decisa » ha aggiunto, criticando così il presidente Asif Ali Zardari.
Ancora più duro il generale David Petraeus, massimo responsabile Usa per Afghanistan e Pakistan: «La minaccia più importante alla stessa esistenza del Pakistan oggi è costituita dai gruppi terroristi interni al Paese, come i talebani » ha detto ieri a Washington in un discorso al Congresso, chiedendo 3 miliardi di dollari per sostenere il Pakistan in questa guerra interna. E rivolgendosi a Islamabad: «Invece di concentrarvi sul tradizionale nemico, l’India, dovete ora guardare all’interno ». Dopo gli attentati di dicembre a Bombay, il Pakistan aveva infatti ammassato migliaia di soldati al confine indiano. Poi aveva stretto il patto dello Swat, sperando di pacificare il fronte nord. Ma i progetti di Zardari sono falliti: i talebani, denunciavano ieri fonti militari, sono ormai arrivati a meno di 100 chilometri dalla capitale.
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