L'UE parla per slogan Israele pronto al peggio Forum Palestina promuove a Roma una campagna contro la visita di Lieberman
Testata: L'Opinione Data: 25 aprile 2009 Pagina: 7 Autore: Michael Sfaradi - Dimitri Buffa Titolo: «L'UE parla per slogan Israele pronta al peggio - Lieberman a Roma, Forum Palestina propone un seguito di Durban II»
Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 25/04/2009, l'articolo di Michael Sfaradi dal titolo " L'UE parla per slogan Israele pronta al peggio " e quello di Dimitri Buffa dal titolo " Lieberman a Roma, Forum Palestina propone un seguito di Durban II ". Ecco gli articoli:
Michael Sfaradi : " L'UE parla per slogan Israele pronta al peggio "
Il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman è famoso per essere uno che parla chiaro, secondo alcuni il suo il peggior "difetto" è proprio quello di non conoscere neanche una parola di "politichese". Questo lo rende antipatico al mondo culturale e a quello politico ma il riuscire a farsi capire bene, soprattutto dalla popolazione, gli dà una forza ad altri sconosciuta. In una intervista rilasciata al "Jerusalem Post", giornale israeliano in lingua inglese, ha detto che se la comunità internazionale vuole veramente aiutare il nuovo governo israeliano nella ricerca di una soluzione che possa da una parte risolvere il conflitto con i palestinesi e dall´altra dare stabilità alla regione mediorientale, deve smetterla di "parlare per slogan". Ha aggiunto anche che nelle ultime due settimane ha avuto diverse conversazioni con colleghi di altre nazioni. Ha accennato, in particolare, ad uno scambio di messaggi con il primo ministro tedesco Angela Merkel, a colloqui con il ministro degli esteri cinese e con il primo ministro ceco in visita questi giorni a Gerusalemme. E nessuno dubita che abbia esposto i suoi pensieri con la medesima schiettezza che ha usato nel parlare con giornalisti. Lieberman ha fatto chiaramente capire che h a i suoi interlocutori, che l´accettazione di una pace possibile con la totalità dei paesi arabi è basata sull´idea di due Stati indipendenti e sulla restituzione della quasi totalità dei territori occupati durante la guerra del 1967. Ma su un punto è stato estremamente chiaro: Israele non accetterà mai il ritorno al suo interno dei profughi palestinesi o presunti tali, questa è un "condicio sine qua non". Israele, dietro le quinte, cerca di convincere la comunità internazionale a guardare con particolare attenzione alla rincorsa iraniana verso il nucleare con più realismo rispetto a quello dimostrato fino ad ora, anche perché la staticità ha portato soltanto ad inutili ed infruttuosi tentativi di dialogo ed il rifiuto, di fatto, da parte del presidente iraniano dell´offerta arrivata dagli Stati Uniti di aprire un dialogo bilaterale serio e costruttivo. Per gli attenti osservatori, però, conta molto anche il messaggio che viene letto fra le righe di queste pur chiare dichiarazioni. La mossa del presidente Obama viene interpretata a Gerusalemme come una sorta di "Ultima Spiaggia" oltre la quale, il segretario di Stato Hillary Clinton lo ha già affermato, ci sono pesantissime sanzioni nei confronti del regime degli Ayatollah. Quello che ci si domanda a Gerusalemme, visto questo stato di cose, è se le sanzioni, per pesanti che siano, saranno in grado di fermare, o almeno rallentare, l´acquisizione da parte iraniana dell0ordigno nucleare ma nel dubbio ci si prepara al peggio e i segnali sono diversi ed inquietanti. All´indomani delle ultime elezioni politiche generali, Ehud Barak, vista la pesante sconfitta che Avodà, il partito di cui è segretario aveva subito, aveva dichiarato che il suo posto fosse all´opposizione e che nulla lo avrebbe potuto convincere a cambiare idea. A distanza di circa due mesi, invece, accettò, non senza polemiche, l´incarico di ministro della difesa. Sembra proprio che, più che le lusinghe del premier Netanyahu, ciò che gli fece cambiare idea furono dei rapporti dei servizi segreti sull´attuale sviluppo del progetto nucleare iraniano. Nonostante il governo Netanyahu sia composto da diversi partiti, spesso in contrasto fra loro, dal momento dell´insediamento ad oggi non sono state registrate né discussioni né polemiche e questo, anche se potrebbe sembrare un segno positivo, potrebbe in realtà a nascondere problemi o tensioni internazionali o di difesa da far passare tutto il resto in secondo piano. Un indizio che giustifica questosospetto potrebbe essere la pubblicità che attualmente viene proposta alla televisione, alla radio e sui siti Internet israeliani da parte del "Pikud Haoref", la protezione civile israeliana, che sta spedendo alle famiglie delle mappe relative alle zone di residenza dove sono bene identificabili i punti e i ricoveri da raggiungere in caso di allarme ed adesivi da applicare sugli stipiti delle porte deg li stessi, in caso il rifugio sia all´interno dell´appartamento o condominiale, per un più facile riconoscimento. A questo aggiungiamo che sempre il "Pikud Haoref" ha organizzato per i prossimi giorni un´esercitazione, a cui prenderà parte anche la popolazione civile durante la quale verranno messe in funzione le sirene antiaeree, verificati lo stato dei rifugi sia privati che pubblici e tutti gli ospedali della nazione verranno messi in stato di massima allerta al fine di verificare la loro recettività nelle situazioni di emergenza. Il quadro, nella sua tragicità diventa ancora più chiaro.
Dimitri Buffa : " Lieberman a Roma, Forum Palestina propone un seguito di Durban II"
Gli estremisti di “Forum Palestina” preparano una specie di seguito di Durban 2 qui a Roma nei prossimi giorni per protestare contro la visita di stato di Avigdor Lieberman in Italia. Lo slogan è questo: “Lieberman in Italia non è un ospite gradito il ministro razzista israeliano a maggio viene a Roma” I primi giorni di maggio infatti il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman sarà proprio un graditissimo ospite del governo e della cittadinanza italiana. La visita di stato era stata programmata da tempo e l’invito ufficiale di Frattini risale addirittura allo scorso 31 marzo. Gi attivisti no global però non ci stanno e già dallo scorso 3 aprile hanno diffuso in rete tutta una serie di luoghi comuni e di menzogne sul presunto razzismo di Lieberman, che in realtà è a capo dell’unico partito veramente laico della destra israeliana. Un partito che tra l’altro si batte contro la “troppa ebraicità” dello stato israeliano e per instaurare matrimoni civili in uno dei pochi paesi che nell’emisfero occidentale ancora non conoscono questo istituto. Ciò nonostante, la pessima informazione giornalistica, che da sempre contraddistingue tutta la pubblicistica su Israele, ha portato acqua al mulino di questi grossolani propagatori di odio che adesso invitano i militanti a “discutere le iniziative di protesta contro la visita di Avigdor Lieberman a Roma”. Mercoledì prossimo l’appuntamento dei no global e di tutta questa gente che “non ha un c.. da fare nella vita”, è previsto alle ore 17.30 in una sorta di “Assemblea cittadina” alla sala di Carta in via dello Scalo di San Lorenzo 67. Per cui se la polizia o i servizi di sicurezza volessero sapere cosa bolle in pentola (per prevenire inutili episodi di violenza e di antisemitismo di sinistra militante che potrebbero poi accadere quando Liebermann sarà a Roma) non sarebbe male che mandassero qualcuno a darci un’occhiata Nel comunicato che Forum Palestina ha diffuso lo scorso 3 aprile si usano toni francamente minacciosi introdotti dalla seguente parola d’ordine: “stavolta non sarà così facile”. Cosa? Un soggiorno tranquillo di Lieberman. Perché loro “si mobiliteranno”. Leggi: andranno in piazza a bruciare bandiere israeliane o peggio. La minaccia è tutta contenuta in questa dichiarazione: “Il movimento di solidarietà con la resistenza e la libertà del popolo palestinese, sceso in piazza a Roma con migliaia di persone lo scorso 17 gennaio, annuncia sin da ora di considerare un'offesa l'invito ad un ministro razzista come Liebermann di venire in Italia e di ritenere una vergogna la prosecuzione di questo livello di complicità e subalternità dell'Italia verso i crimini di guerra israeliani denunciati e documentati ormai in tutto il mondo. Siamo pronti a mobilitarci ed a complicare in ogni modo l'eventuale soggiorno di Liebermann in Italia. L'isolamento internazionale degli ideologi dell'apartheid contro la popolazione palestinese è un dovere per ogni democratico, anche nell'Italia del governo Berlusconi.” Non dite quindi che non vi avevamo avvisato.
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