1995 : L’Europa dei dodici diventa l’Europa dei 15 22/04/2009
1995
L’Europa dei dodici diventa l’Europa dei 15. Entrano a farne parte l’Austria, la Finlandia e la. Svezia. Si allargherà ancora, con grandi risultati economici, ma scarsi risultati politici. Gli Stati Uniti d’Europa resteranno un sogno. In Italia a Fiuggi, la località termale in provincia di Frosinone, si svolge il congresso del Movimento Sociale Italiano. Sarà l’ultimo con questo nome, perché qui si produce, con una certa sorpresa, quella che si chiamerà “La svolta di Fiuggi”. Succede infatti che il Segretario del partito, Gianfranco Fini, in un discorso che disorienta molti nostalgici del fascismo e innesca molti dibattiti nel paese, ripudia il fascismo, scioglie il partito, il MSI, e ne fonda uno nuovo, “Alleanza Nazionale”. Fini aveva già compiuto passi significativi in questa direzione, che tende a “sdoganare” un partito di una certa dimensione (e i cui voti farebbero gola a molti, anche se fino a questo momento vigeva nei confronti degli ex fascisti (e dei comunisti) la cosiddetta conventio ad escludendum, vale a dire “porte chiuse dentro qualsiasi governo a questi schieramenti”, con qualche maggiore indulgenza per gli orfani di Stalin. In primissimo luogo Fini aveva bollato d’infamia (e non più di errore) le leggi antiebraiche di Mussolini, con firma del Re ed entusiastico consenso (non tutto solo di regime) dell’intera intellighenzia italiana. Sarà vera, non sarà vera questa sterzata del partito di Fini e che era stato di Almirante, già segretario di redazione de “La Difesa della Razza”, pagina tra le più nere del fascismo (ma per la verità Almirante, pure rimasto fascista, aveva poi espresso il suo pentimento proprio a causa delle leggi razziste)? Dice Fini: “La vergogna incommensurabile delle leggi razziali brucerà per sempre nelle nostre coscienze di uomini e di italiani”. E ancora: “La legislazione antisemita del ’38-’39, preceduta dal Manifesto della Razza e da una bassa ignobile campagna giornalistica ricalcata sui modelli nazisti, altro non fu se non una vera infamia travestita da simulacro di legge”. Senza voler sondare il fondo dell’anima di Fini, la svolta di Fiuggi produce risultati positivi che non sono soltanto politici, né soltanto strumentali. Davvero Fini riesce a traghettare un partito di nostalgici in un partito di decente destra (anche se alla ricerca di una nuova identità), e davvero il suo ripudio verrà reiterato in molte occasione. Comunque a credere a Fini ci sono almeno due sicuri antifascisti, sicuri democratici e sicuramente di sinistra: sono Mario Pirani e Leo Valiani. Il 22 gennaio a Netania, cittadina israeliana, i terroristi di Hamas compiono una strage. Scelgono un gruppo di giovanissimi per uccidere: il bilancio dell’attentato è di 19 morti e 65 feriti. Non è solo una strage, è una precisa dichiarazione d’intenzioni, è la scelta di rifiutare ogni trattativa. Questo è il loro concetto di negoziato, il nichilismo assoluto che raccoglierà il consenso fanatico di una parte di palestinesi che anni dopo diventeranno maggioranza al primo riscontro elettorale promosso in modo suicida dall’ANP. Quale fiducia i cristiani delle zone ora controllate dall’ANP ripongano in un futuro Stato palestinese sotto cui vivere parrebbero dimostrarlo le cifre. A Betlemme, quando la cittadina era sotto il controllo israeliano, quasi i due terzi (63%) della popolazione erano costituiti da arabi cristiani. Dopo il passaggio del controllo all’Autorità Palestinese l’esodo dei cristiani da Betlemme riduce in questo 1995 la loro presenza all’11%. La preoccupazione di questi cristiani doveva essere assai forte se si decidono a chiedere a Israele di annettere la città di Betlemme. Una richiesta a cui il governo di Gerusalemme non può dare il proprio assenso perché, viene spiegato, “la sua accoglienza comprometterebbe il processo di pace”. Non ci sono solo i terroristi arabi a votare con le armi il loro “no” ad ogni accordo, ad ogni compromesso. Ci sono pure i terroristi ebrei che in Israele militano nei movimenti ortodossi estremisti. Tra quelli vanno cercati i mandanti che hanno armato la mano a un loro adepto, Yigal Amir, per uccidere il Premier israeliano Yitzaak Rabin, l’ex generale che aveva avvicinato la pace quanto nessun altro prima di lui. Infuria in Bosnia la guerra tra croati, serbi e bosniaci. A dicembre si giungerà con grandi sforzi (e soprattutto con il risolutivo intervento armato degli Stati Uniti che andavano a surrogare una Europa dimissionaria) alla pace. Il costo in vite umane raggiunge la cifra di duecentomila.