Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Per Al Zawahiri Obama è come Bush, continua a 'uccidere musulmani' La cronaca di Guido Olimpio
Testata: Corriere della Sera Data: 21 aprile 2009 Pagina: 16 Autore: Guido Olimpio Titolo: «Zawahiri: per noi musulmani con Obama non cambia niente»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/04/2009, a pag. 16, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " Zawahiri: per noi musulmani con Obama non cambia niente".
WASHINGTON — La politica del dialogo lanciata da Barack Obama allarma davvero i qaedisti. E loro, preoccupati, invitano i musulmani a tenere gli occhi aperti su quello che ritengono «un imbroglio». E’ di nuovo Ayman Al Zawahiri, il «commentatore» di Al Qaeda, a richiamare all’ordine con l’ennesimo audio su Internet. L’estremista egiziano, ripetendo precedenti interventi sul tema, avverte: «Con Obama non è cambiato nulla, l’America continua a uccidere i musulmani». E, dopo aver essersi preso il merito della sconfitta di Bush, spazia su tutti fronti della Jihad. A cominciare dallo scacchiere asiatico. Gli americani e i pachistani «si illudono», aggiunge, se pensano di venire a patti con i militanti delle aree tribali. A suo giudizio i negoziati saranno resi vani dall’azione degli estremisti: «Non è finita e non finirà». Per Al Zawahiri non darà frutti neppure l’aumento di truppe americane in Afghanistan: «E’ come aggiungere benzina ad un fuoco che sta già ardendo». Ossia provocherà una reazione ancora più forte. Poi il richiamo ai palestinesi, altra fissazione dei qaedisti alla disperata ricerca di consensi. «Non cedete alle pressioni — esorta l’egiziano —. Non riconoscete Israele. Se c’è una situazione difficile in un posto (la Palestina,ndr) ve sono altri dove è più facile. I nostri nemici, i crociati e gli ebrei, sono sparsi ovunque». Parole che costituiscono un invito a colpire oltre l’orizzonte palestinese. Infine l’Iran. Al Zawahiri ammonisce l’amministrazione statunitense a non puntare sul dialogo con Teheran per pacificare Afghanistan e Iraq: «Più coopererete con l’Iran e più odio riceverete da parte dei musulmani». E’ evidente come il monologo dell’estremista egiziano tradisca un crescente nervosismo. Da mesi, ormai, i terroristi battono su due tasti: «non cambia nulla» e «non fatevi ingannare». Come era stato ampiamente previsto, l’arrivo di Obama alla Casa Bianca ha sparigliato le carte e le sue iniziative— in Medio Oriente, in America Latina — hanno messo in difficoltà la propaganda qaedista. I seguaci di Bin Laden hanno percepito la reazione favorevole delle piazze e dei leader all’approccio americano. E anche se siamo ai primi timidi contatti — non è certo nata una love story tra i nemici — percepiscono il nuovo clima come una minaccia. Non sarebbe una sorpresa se i qaedisti provassero a turbarlo con uno dei loro attacchi, sempre che ne abbiano la forza e le possibilità.
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