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Libero Rassegna Stampa
17.04.2009 Hollywood finanzierà Fitna2 di Geert Wilders
La cronaca di Andrea Morigi

Testata: Libero
Data: 17 aprile 2009
Pagina: 15
Autore: Andrea Morigi
Titolo: «Hollywood finanzierà il film anti-islamico dell’olandese censurato»

Riportiamo da LIBERO di oggi, a pag. 15, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " Hollywood finanzierà il film anti-islamico dell’olandese censurato " sulla proposta di finanziare il suo prossimo film  ricevuta da Geert Wilders.
Ricordiamo ai lettori che il film FITNA di Geert Wilders è contenuto nell'archivio video di IC. 

Ciak, si gira Fitna 2. Geert Wilders, il leader del Partito della Libertà olandese che nel marzo 2008 aveva prodotto il primo, controverso, film anti-Corano, ha già pronto il sequel. Se Fitna era una denuncia che, allo scopo di bandire il testo sacro ai musulmani dal territorio olandese, associava i versetti del Corano alle loro conseguenze naturali, la violenza e l’intolleranza, il seguito non smentirà la tesi precedente ma si spingerà oltre. Aleggia un po’ di mistero sul contenuto che comunque non sarà una semplice replica del primo lungometraggio: «Questa è la seconda fase», dichiara al quotidiano olandese De Telegraaf, annunciando la prosecuzione del suo documentario-scandalo. Ora si tratta di portare alla luce il processo che sta mettendo in crisi le società occidentali, mostrando «quanto sia avanzata l’islamizzazione». Si metterà di nuovo dietro la macchina da presa e al montaggio per illustrare «le conseguenze dell’immigrazione di massa dai Paesi islamici», mettendo a fuoco i temi più attuali, la limitazione del diritto alla libertà d’espressione, messo a rischio dal sistema giuridico coranico, la sharia che ormai vige anche nei Paesi cristiani. Stavolta non teme la censura europea, che ultimamente gli è valsa dapprima un’incriminazione del tribunale di Amsterdam per incitamento all’odio e in seguito il divieto d’ingresso sul territorio del Regno Unito. In Italia, a febbraio, pochi giorni dopo l’incidente britannico, l’associazione Una Via per Oriana gli aveva conferito il premio Oriana Fallaci. L’unico politico presente alla cerimonia, giunto direttamente da Bruxelles, era il parlamentare europeo Mario Borghezio. Gli altri si erano prudentemente ricordati impegni precedenti in agenda. In America, invece, Wilders trova l’accoglienza che sperava e non soltanto solidarietà a parole: «Ho avuto offerte da persone di New York e Hollywood, che in passato hanno fatto film che abbiamo potuto vedere al cinema», rivela. Mantiene ancora un pizzico di cautela sui nomi dei benefattori per non coinvolgerli loro malgrado nella sua sorte blindata. Anche nel giro di conferenze che sta compiendo nella patria della libertà di parola, così come accade in Europa, è costretto a girare scortato come un bersaglio mobile. I timori reverenziali nei confronti del fondamentalismo islamico hanno messo radici perfino negli Stati Uniti. Ora poi ci si è messo d’impegno il presidente islamocompatibile Barack Obama, che da un lato si inchina di fronte a sua maestà il sovrano saudita e dall’altro pretende, prima di tenere un discorso all’Università gesuita di Georgetown, che si rimuova dall’edificio l’emblema Ihs (Iesus hominum salvator). Ma a sorpresa, sulle alture di Beverly Hills, in California, sopravvive una sacca di resistenza, quasi un Mussa Dagh dell’intrattenimento. Non proprio tutto lo star-system combatte contro il relativismo culturale di cui Wilders è nemico giurato. Alcuni magari si ribellano in nome dei diritti dei gay, altri per ostilità contro ogni religione, anche se su Hollywood Boulevard incombe anche fisicamente la presenza di Scientology. Eppure gli statunitensi tributano ovazioni da stadio all’uomo politico olandese. Lui è un profeta straniero, che per il momento in patria non è stato riconosciuto. Anche se manca poco. Nell’imminenza delle elezioni europee, i sondaggi indicano il suo partito al primo posto nei Paesi Bassi. Qualche connazionale lo invoca addirittura come primo ministro, per farla davvero finita una buona volta con la violenza dell’invasione islamica. Nel frattempo, sul fronte della celluloide va risolta la questione finanziaria. Senza soldi non si impianta nessun set cinematografico. Durante le altre tappe del viaggio, che ieri ha toccato la Florida, Wilders si occuperà anche della raccolta dei fondi. Dai blog della mecca del cinema, intanto, “arrivano i nostri”, con rinforzi inattesi. Su bighollywood.breitbart.com, si è schierato il fumettista Bosch Fawstin, con un’eloquente tavola in bianco e nero che tratteggia l’inconfondibile chioma dell’uomo politico olandese moltiplicata per cinque e la scritta: «Io sono Geert Wilders». L’autore ha in cantiere la graphic novel L’Infedele, vicenda di due gemelli di origine islamica che dopo l’11 settembre si trovano a combattere l’uno contro l’altro, il primo trasformandosi supereroe antijihadista e il secondo finendo schiavo del radicalismo islamico. Niente fiction, invece, con Fitna 2. Si torna alla realtà. Più che una reazione politica, si prepara una risposta alla guerra psicologica. L’uscita del nuovo film è, nelle intenzioni del politico olandese, anche un modo per passare al contrattacco: «Dobbiamo attaccare ancora di più, dobbiamo passare all’offensiva», spiega Wilders nell’intervista a De Telegraaf. Ora ha trovato anche qualche alleato disposto a uscire dalla trincea.

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