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Ugo Volli
Cartoline
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Ma vi sembra beneducata tutta questa memoria? 17/04/2009

Non per rimuovere, ma...

Cari amici, ce l´avete a casa un "Guinness dei primati"? Be´ anche se fosse nuovo, buttatelo via. E´ carente, incompleto. Manca della classifica fondamentale. Sentite qui: "Esiste ormai una gerarchia dei lutti, una graduatoria delle sofferenze in cui le vittime meno ricordate aspirano a una maggiore visibilità." Geniale e spiazzante: "una gerarchia dei lutti", non solo, anche una "graduatoria delle sofferenze": notevole soprattutto il sarcastico accenno alle vittime che "aspirano" alla "visibilità". Ma chi sarà mai il gerarca supremo dei lutti, il recordman? Prima di saperlo, vediamo la fonte della classifica: è sempre importante saperlo. Colui che ha prodotto questa straordinaria innovazione, per la disperazione degli editori dei libri dei primati, è infatti una persona autorevolissima, un pensoso cultore di geopolitica, un novello Machiavelli che non si fa mai traviare dalle verità costituite, particolarmente esperto in graduatoria delle sofferenze e aspirazioni alla visibilità: un eminente luttologo comparato, al di là di ogni dubbio. Peccato che non ci sia una cattedra per lui. Egli giudica da lontano, imperturbabile, con sguardo ceruleo e fisso, al di là del nobile naso romano, le miserie del mondo degli uomini, le aspirazioni delle vittime e quant´altro, senza esitare mai a sentenziare pensoso che chi vince ha sempre ragione. I lutti non c´entrano,  le aspirazioni neppure, quel che conta è la verità effettuale: così pensa il nostro maestro. Avete già capito di chi parlo, anche perché mi sono lasciato andare a un deplorevole gioco di parole sul suo cognome. E´ lui, l´ambasciatore Sergio Romano, il recordman mondiale (anche lui purtroppo fuori dal Guinness) del realismo politico. Lui è l´arbiter maestitiarum della nostra società ipersentimentale Be´, essendo il realista che è, al lucidissimo nostro ambasciatore questa moda dei lutti naturalmente non piace, tanto più che rischia di rovinare un business avviato come quello del libro dei primati, ora tutto da riscrivere.
E di chi è la colpa di questa insana gara al ricordo delle sofferenze subite? Chi è al tempo stesso il recordman del lutto? Ma è chiaro, sono gli ebrei: "questa corsa alla memoria è per molti aspetti la conseguenza del modo in cui le comunità ebraiche sono riuscite a ottenere che il tema della Shoah continuasse a dominare l´agenda della memoria universale." Capite, le comunità ebraiche "sono riuscite a ottenere"... "sono riuscite"... con sforzo, immaginiamo, e magari qualche sporco trucco giudaico. Parole sante, che pochi avrebbero il coraggio di dire, in un momento in cui anche una persona prudente come il vescovo Williamson è sospetta di antisemitismo. Che anche l´ambasciatore, sotto sotto ... ma no, non ne parliamo!
E invece, capite che infami questi ebrei? Prima trovano dei pretesti più o meno infondati per farsi ammazzare dai nazisti e poi si lamentano, celebrano il giorno della memoria, fanno i pellegrinaggi ad Auschwitz, pretendono che il loro lutto resti nella memoria di tutti, anzi come dice dottamente Romano, nell´agenda (cioè, etimologicamente, fra le cose da fare...) Ma vi sembra beneducata tutta questa memoria? Degna di persone virili e razionali? No, dice Romano: "Continuo a pensare che questa macabra gara della memoria presenti, per la convivenza fra i discendenti delle vittime, più rischi che vantaggi."  Per carità, dimentichiamo, scordiamoci `o passato, chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato, ha dato: "mi ha fatto piacere leggere in un breve libro di Marta Dassù [...] che «dimenticare è importante. Non per rimuovere. Per superare odi troppo antichi»." Eh già, "non per rimuovere", ma è un fatto che ci sono gli odi moderni e quelli "antichi". Vecchi anche di sessant´anni e più: antichissimi e certamente da dimenticare. Non per rimuovere ma...
Figuriamoci che noi ebrei siamo appena usciti da Pesach, dove abbiamo ricordato nei dettagli come il Faraone incrudelì contro i nostri avi, la bellezza di circa tremilacinquecento anni fa. Ignobile, E però ci siamo anche ricordati dei primogeniti egiziani fatti morire da Dio per liberarci - così racconta il libro dell´Esodo. Io, incurante dell´esorbitante antichità del fatto, ho pure digiunato per questo mercoledì scorso, come fanno tutti i primogeniti ebrei alla vigilia di ogni festa pasquale... Che sciocchezza, eh ambasciatore? Preoccuparsi di lutti così antichi: indecoroso! Basta "correre alla memoria", basta giudicare, basta distinguere gli assassini dalle vittime: ebrei e tedeschi, armeni e turchi, figli di Giacobbe e figli del Faraone. Basta aspirare. Basta! Siamo tutti uguali e tutti smemorati, facciamo con la storia come si fa col campionato di calcio: ogni anno punto e a capo. Il gioco della storia è maschio, le prendi e poi le restituisci, non devi lamentarti, se no sei una femminuccia. A patto però, di nominare il saggio, lucidissimo e smemoratissimo ambasciatore Romano arbitro supremo di questo gioco della storia. Così finalmente non ci sarà nessuno così presuntuoso e stupido da mescolare la morale alla politica. Per ogni lutto, subito un rigore e palla al centro.. Nessuno ricorderà più nulla, come nel "mondo nuovo" di Huxley. Che bello ambasciatore... ambasciatore - come si chiama? - Greco? Fenicio? Fiorentino? Insomma ambasciatore qualche cosa, il suo nome proprio l´ho scordato. Per non portare il lutto del pensiero.

Ugo Volli


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