Ho seguito in questi giorni quello che le persone di buona volontà stanno facendo per alleviare le sofferenze dei terremotati. Ho visto la squadra di persone preparate per rendere meno pesante il dolore dei bambini e ho ammirato questa comitiva di "esperti di dinamiche di elaborazione del dolore". Fra le righe ho sentito che qualcuno faceva riferimento a "La vita è bella". A me si è gelato il sangue... Oggi vedo che anche Voi avevate ripreso il commento al film dopo l'intervento sul Corriere della Sera di Simone Veil. Dovremmo essere tutti un po' più attenti e prudenti, certi confronti non si dovrebbero fare, assolutamente. I volontari nella zona terremotata in Abruzzo in questi giorni cercano di rasserenare i bambini senza niente togliere alla cruda realtà che è sotto i loro occhi. Sono persone speciali che davvero vanno ammirate e lodate. Paragonarle ad un regista significa snaturare la sacralità del loro impegno...Il film di Benigni mi aveva procurato dolore. Lo vidi appena uscì, la prima sera che veniva proiettato in una sala cinematografica della mia città. dove oltre a me c'erano pochissime persone e alcuni mangiavano i maledetti pop corn... la prima parte del film è bella, lirca, carica di poesia...ma la seconda mi ha ferito. Io sono nella ricerca storica da decenni, metto insieme pezzi di puzzle di vite spezzate di bambini... io so cosa sia stato il Lager per i bambini. Questa mia "non approvazione" del lavoro di Benigni mi costò critiche da parte di persone esperte che invece lo lodarono da subito. E la mia meraviglia è stata tanto più grande perchè la lode veniva da esperti nella diffusione di tecniche mirate per spiegare la Shoah, tecniche che sono in netta contraddizione con il metodo adottato da Benigni... Benigni è un grande istrione, è davvero straordinario, ma la Shoah è un oceano di dolore che non si può, non si deve cercare di sdrammatizzare. Ogni volta che sento qualcuno che muove una critica negativa al film "La vita è bella" mi sento meno sola!
maria pia bernicchia Verona