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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.04.2009 Se il museo acquista un'opera rubata non è tenuto a restituirla al derubato
è la tesi di Norman Rosenthal, illustre Sir a libro paga dei musei internazionali

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 aprile 2009
Pagina: 14
Autore: Danilo Taino
Titolo: «Basta restituire le opere tolte agli ebrei dai nazisti»

Dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/04/2009, a pag.14, un articolo di Danilo Taino dal titolo " Basta restituire le opere tolte agli ebrei dai nazisti". Un argomento all'apparenza delicato. Ma solo all'apparenza. Questa tesi è sostenuita da Norman Rosenthal, una vita spesa al servizio di importanti musei d'arte. Che ad un museo dispiaccia restituire ai legittimi proprietari o eredi un'opera incautamente acquistata, è comprensibile. Meno che questa tesi la sostenga un dipendente del museo, anche se illustre. Scivoliamo sul fatto che il proponente sia anch'egli ebreo, si sa, pecunia non olet, e Sir Rosenthal non fa accezione. Ecco l'articolo:

BERLINO — Prendete un’ope­ra d’arte, fatela diventare un trofeo di guerra, aggiungetevi una lunga causa per la restitu­zione e mettetela sul mercato dell’arte. Il risultato sarà un groviglio di memorie, affetti, diritti di proprietà, angosce, avidità e cavilli legali da fare perdere l’orientamento. Per questo, un grande esperto d’ar­te, Sir Norman Rosenthal — per trent’anni segretario arti­stico della Royal Academy of Art di Londra — ha proposto che si metta la parola fine alle restituzioni delle opere trafu­gate dai nazisti durante la Se­conda guerra mondiale, so­prattutto a famiglie ebree. Ha così aperto polemiche e nuovi dubbi nella coscienza della Germania moderna.
«Dal punto di vista del gover­no, è fuori questione», ha rispo­sto il ministro della Cultura te­desco Bernd Neumann. La Ger­mania, ha aggiunto, «rispetta la sua responsabilità storica e morale». La questione, però, è aperta, soprattutto perché Ro­senthal è un nome importante nel mondo dell’arte ed è egli stesso ebreo, figlio di rifugiati tedeschi e slovacchi. E non ne fa una questione morale. In un’intervista al settimanale Der Spiegel, dice che la situazio­ne che si è creata sta avendo l’effetto opposto di quello che si voleva quando si favorirono i processi di restituzione: inve­ce di aiutare a pacificare, fo­menta rancori. Anche perché il boom dei prezzi delle opere d’arte degli anni scorsi «ha ri­svegliato l’avidità», aggiunge: ci sono «avvoltoi» che vivono sulle restituzioni, compresi cer­ti avvocati che guadagnano fi­no al 50% del valore dell’opera che riescono a recuperare.
Insieme al terrore e alla morte, le truppe di Hitler lasciarono dietro di loro una scia di furti ai danni di collezionisti privati di mezza Europa: 650 mila ope­re. Nel 1998, 44 Paesi firmaro­no una dichiarazione finalizza­ta a facilitare le restituzioni le­gate all’Olocausto. Da allora, la situazione è cambiata, ma, dice
Sir Norman, ora è degenerata.
Alcuni casi, in particolare, han­no creato scandalo, non sem­pre giustificato. Un museo di Vienna, ad esempio, ha restitui­to un Klimt alla famiglia che ne era un tempo proprietaria, ma poco tempo dopo lo ha ritrova­to in asta dove è stato venduto per 135 milioni di dollari. Nella percezione pubblica, la dimen­sione della cifra ha messo in ombra ogni considerazione di giustizia. La preoccupazione di Rosenthal è che nuovi casi del genere tengano aperte più feri­te di quelle che curano. A suo parere, ogni disputa si dovreb­be concludere quando il pro­prietario diretto è morto.
«Al Louvre non leggete che una certa scultura fu un tempo trafugata da Napoleone in Ita­lia », dice: dovremmo metterci da questo punto di vista anche per la storia più recente.




 

Arte rubata - Il Ritratto di Adele Bloch Bauer di Klimt.
Sequestrato dai nazisti, fu restituito alla famiglia che lo mise all’asta

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