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Ugo Volli
Cartoline
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Una cornacchia svolazza su Gaza, ritratto di Gerry Adams 11/04/2009
Intorno ai terremoti e ai grandi disastri, l’abbiamo visto purtroppo in questi giorni, si aggirano spesso gli sciacalli; intorno a quel piccolo disastro (o “vicolo cieco” come dice diplomaticamente Lieberman) che è il “processo di pace” in Medio Oriente, svolazzano invece le cornacchie: negoziatori autonominati o forniti di un mandato imprecisato, che hanno per regola di parlare con quelli con cui non è opportuno farlo: Hamas, Hizbullah, siriani... Di solito sono ex leader finiti male come Tony Blair o Jimmy Carter, desiderosi di turismo e ritorni di popolarità a buon mercato; ma spesso ci si mettono anche dirigenti attuali che vogliono tenersi buono il mondo arabo (Solana, Ban, Sarkozy ecc.), e inoltre qualche strano personaggio che non c’entra niente ed è probabilmente solo in cerca di pubblicità, come l’ex candidato alla presidenza americana Kerry, o l’unico deputato comunista inglese.
L’ultimo esponente di questa categoria di cornacchie autonominate e assai spelacchiate ha le penne di colore verde: si chiama Gerry Adams, fa di mestiere l’“ex combattente dell’Ira e ora presidente del Sinn  Fein, braccio politico dell’Ira”, come lo presenta “l’Unità”. Insomma è un ex capo terrorista, tutto fiero del suo percorso. Il fatto di aver rinunciato alla “lotta armata” per separare l’Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna, cioè di aver preso atto in tempo del fallimento del proprio progetto terrorista, ne fa forse un mediatore credibile? Israele pensa di no, non lo voleva proprio far entrare; ma il pensionato di lusso Tony Blair, cornacchia anche lui, che sul biglietto da visita ha scritto “inviato del Quartetto” (non d’archi, della trattativa in Medio Oriente), fa finta di credere che sì, essere stati terroristi aiuta a capire i colleghi in attività e a tenerli buoni; tant’è vero che, dai e ridai, ha ottenuto che Adams potesse entrare a Gaza e parlare con Hamas (ma poi il governo israeliano non lo ha in alcun modo ricevuto). Adams stesso è convintissimo della sua utilità, nonostante il rifiuto: “evidentemente non si è compreso lo spirito di questa mia visita. Una cosa posso dirle, partendo dalla mia esperienza di vita: come leader di un partito che per anni è stato censurato e demonizzato; un partito che ha visto uccisi molti dei suoi membri [che faccia tosta: e non ne ha ammazzati ancor di più dei suoi nemici? ndr], ho maturato la consapevolezza che solo il dialogo tra tutte le parli può essere la chiave di successo per la costruzione di un processo di pace.” E, naturalmente, “il mio pensiero coincide pienamente ton quello di Jimmy Carter: Hamas è un movimento complesso, con diverse sfaccèttature al suo interno, comunque fortemente radicato nella società palestinese. Escluderlo da un negoziato finisce per favorire le frange più estreme.”
Se si scava un pochino sotto la buona volontà color verde Irlanda delle ali di Adams, si vede però che spunta il verde Hamas o il nero nazista. L’Ira ricevette quattro navi di rifornimenti militari da Gheddafi negli anni ’80, quando già Adams era un pezzo grosso; si faceva finanziare nello stesso periodo da Hezbullah ed aveva rapporti fraterni con Hamas. In cambio durante la battaglia di Jenin nel 2002 si scoprirono delle trappole esplosive che erano esattamente uguali a quelle che di solito usava l’Ira. Chissa come erano arrivate lì, chi le aveva fatte o insegnaoto a fare. Sul piano ideologico, il Sinn Fein è sempre stato tendenzialmente antisemita, a partire dal suo fondatore Arthur Griffith un secolo fa (sui suoi giornali amava scrivere cose come “i nove decimi degli ebrei sono parassiti e usurai”). Nel ’39 il Sinn Fein si alleò con la Germania nazista e il suo leader Sean Russell morì in missione su un sommergibile tedesco. La storia continua col dopoguerra e anche dopo la pace con gli inglesi. Nel giugno 2006, il portavoce del partito presieduto da Adams, O’Snodaigh, ha descritto Israele come “senza dubbio il più orribile e deprecabile regime della Terra”; ancora a febbraio scorso lo stesso Adams si è fatto promotore di un appello al boicottaggio e alla smobilitazione economica contro Israele. Lasciamo stare i dettagli, chi vuole approfondire ne trova parecchi sul “Jerusalem Post” a questo indirizzo: http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1238562940033&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull . Che questa sia l’ultima cornacchia arrivata a svolazzare dalle parti di Gaza non sorprende, dato il clima del momento. Magari fra un po’ proveranno a farci un giro anche D’Alema, o Prodi. Quel che meraviglia è che l’altra e più illustre cornacchia Tony Blair abbia avuto l’idea di raccomandare il suo protetto Adams al governo israeliano come un ottimo possibile mediatore  fra Israele e Hamas. Davvero, alla faccia tosta dei politici non c’è limite.

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